Caro Juventino
ho tentato anch'io di sloggarmi per provare l'ebrezza dell'anonimato. Hai la sensazione di essere onnipotente, trovi la forza di dire quello che vuoi, di parlare degli altri anche a sproposito, di criticare senza spiegazioni. Alla fine, però, ti lascia un vuoto dentro e ti fa sentire vigliacco. Questi sono metodi che utilizza chi vive all'ombra di qualche “personaggio” più noto che saggio e gode di coraggio riflesso. Quando viene a mancare lo specchio, a questi individui, svanisce anche il coraggio. In fondo, come diceva un personaggio manzoniano, il coraggio uno non se lo può dare. Gentaglia che, fermandosi alla scorza, all'appartenenza sociale delle persone, (mentalità razzista) vogliono possederne l'anima. Firmandoti lo juventino e vivendo a Ceglie, dimostri di essere un colonizzato, come lo è la tua anima.
Grazie per la grande considerazione che hai nei miei confronti; non mettendoci la faccia, quella poca che sicuramente avrai nella realtà, vuol dire che mi riconosci un certo valore e manifesti paura di perderla.
Buona “fine” e buon principio anche a te.
Che l'anno nuovo ti sia propizio e che tu possa godere il più a lungo possibile della tua mediocrità.
giovedì 31 dicembre 2009
Il ghetto
lunedì 28 dicembre 2009
venerdì 25 dicembre 2009
la leggenda di Natale
Fabrizio De Andrè
mercoledì 23 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
giovedì 17 dicembre 2009
lunedì 14 dicembre 2009
La calma è la virtù dei forti
Agli italiani servono soluzioni ai gravi problemi economici da cui sono afflitti non argomenti per "cillare" nei bar.
sabato 12 dicembre 2009
Abbaste stè bbone mu
A.A.A. Architetto cercasi per collaborazione
giovedì 10 dicembre 2009
Ma Cungett doppe s'a iasate?
E' solo il caos provvisorio al quale seguirà l'ordine.
Un pò di panico iniziale è naturale.
Superman
Comunisti guardate ed imparate!
approfondimento
martedì 8 dicembre 2009
Mio fratello che guardi il mondo
Ivano Fossati
domenica 6 dicembre 2009
In marcia dall'Olocausto al Nulla
giovedì 3 dicembre 2009
Alcune "strutture" del 7.
Creazione (grafica di Pino Santoro)
"Il risultato fu la lettura della lingua egizia. Ma leggere una lingua non significa capirla.
La soluzione del problema fu la lingua copta largamente parlata in Egitto fino al 1000 d.C. ed ancora usata come lingua liturgica per la religione cristiana di rito copto che ha ancora seguaci (pochi) in Egitto. Champollion provò che il copto era l'ultima forma dell'antica lingua egizia. Ossia il rapporto tra il copto e l'egizio antico é lo stesso che esiste, ad esempio, tra l'italiano ed il latino. Gli fu possibile, con metodo filologico, scrivere una grammatica e un vocabolario della lingua egiziana.
Malgrado il successo delle sue scoperte, la geniale intuizione di Champollion non fu accolta subito dagli ambienti scientifici dell'epoca. Prima di concludere la sua breve vita guidò una spedizione scientifica francese in Egitto. Ovunque andasse, uno stuolo di uomini e di donne egiziani accorreva a vederlo.
Per tutti egli era l'uomo che fa parlare le pietre".
Berlinguer e l'Avvocato
Romanzo di fantapolitica
dopo il voto del 15 giugno 1975
martedì 1 dicembre 2009
Oro blu
- Non avrà intenzione di far saltare una diga? - esclamo Francesca allarmata.
- Niente di così rozzo. Con il rifornimento regolare di acqua al limite dell'esaurimento., le città dipendono sempre più da fonti private. Le società di comodo della Gogstad non hanno fatto altro che acquisire sistemi idrici ovunque. Potremo creare una carenza d'acqua dove e quando vorremo, semplicemente chiudendo i rubinetti. Poi venderemo soltanto alle nazioni che potranno permetterselo.
- E quelli che non se lo possono permettere? -
- Nell'Ovest circola un vecchio detto: "L'acqua scorre anche controcorrente pur di raggiungere il denaro". I ricchi hanno sempre avuto una fonte d'acqua a buon mercato a spese altrui. Ora con il mio piano l'acqua non sarà più a buon mercato. Lo faremo su scala mondiale, in Europa, Asia, Suamerica e Africa. Sarà capitalismo nella forma più pura: il mercato determina il prezzo. -
- Ma l'acqua non è un bene di consumo come la pancetta di maiale. -
- Lei è vissuta troppo a lungo nella giungla. La globalizzazione non è altro che la promozione dei monopoli nei settori della comunicazione, dell'agricoltura, dell'alimentazione o del potere. Perché non dell'acqua? In base ai nuovi trattati internazionali, ormai nessuna nazione è proprietaria dei diritti sulle proprie risorse idriche. Queste spettano al miglior offerente, e la Gogstad sarà il miglior offerente.
...
sabato 28 novembre 2009
Inneres Auge
La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito.
Evoluzione orizzontale (Pino Santoro)
martedì 24 novembre 2009
A.A.A. Presidente del Consiglio cercasi
venerdì 20 novembre 2009
L'ultima porcata
Il decreto legge che privatizza l'acqua, dopo aver incassato la fiducia al Senato, passa anche alla Camera e a votare in aula c'era anche Berlusconi
Nato per rispondere a quelli che vengono definiti obblighi comunitari, nel decreto è stato infilato di tutto e di più tra cui anche l'articolo 15 che tratta la privatizzazione dell'acqua e che per questa segna una data precisa: il 31 Dicembre 2011. Il countdown è quindi cominciato, entro quella data tutte le società di gestione del servizio idrico "in House" le cosiddette "municipalizzate" dovranno trasformarsi in società a capitale misto pubblico-privato (in cui il privato abbia almeno il 40% delle azioni) oppure totalmente private.
L'approvazione del provvedimento ha suscitato le proteste dell'opposizione (l'Idv ha alzato cartelli di protesta) e del Forum dei Movimenti per l'Acqua, i cui rappresentanti si sono incatenati alle transenne antistanti Montecitorio recitando lo slogan: "Se voti la privatizzazione dell'acqua non lo fai in mio nome".
Così mentre le proteste contro una scelta più che discutibile - visto il valore intrinseco del bene acqua - si fanno sempre più consistenti al punto che già si parla di referendum abrogativo, l'onorevole Ronchi, da cui prende il nome il decreto stesso, nega tutto: "L'acqua è un bene pubblico e il decreto non ne prevede la privatizzazione. Nel provvedimento” - ha aggiunto Ronchi – “viene rafforzata la concezione che l'acqua è un bene pubblico, indispensabile. Si vogliono combattere i monopoli, le distorsioni, le inefficienze con l'obiettivo di garantire ai cittadini una qualità migliore e prezzi minori".
lunedì 9 novembre 2009
Il frutto proibito
Sansavini si riferisce alle piante coltivate prima del divieto del 1998, per esempio nelle università di Viterbo e Ancona; oppure alle coltivazioni sperimentali confinate in serra, come vuole la legge. L'effetto della trasformazione genetica consiste in questi casi nella resistenza alla ticchiolatura (melo), nella resistenza al mal secco e nell'aumento dell'attività antifungina (limone), nella resistenza al virus PPV (albicocco e susino), nel miglioramento della radicazione (actinidia), nel cambiamento dell'habitus vegetativo (ciliegio), nell'aumento del peso dei frutti e della fertilità (fragola e lampone).
A livello mondiale le tipologie di piante da frutto geneticamente modificate sono ancor più numerose. I miglioramenti apportati da queste colture sono molti e di diretta importanza economica e in molti casi rendono le coltivazioni più sostenibili.
Queste prime parziali applicazioni però, denuncia Sansavini, non fanno altro che sottolineare il divario tra le potenzialità teoriche e la realtà produttiva: «la produzione di frutta Ogm non ha avuto finora la possibilità di essere provata in Italia. E' ormai una decina d'anni che i vari ministeri agricoli hanno vietato le ricerche e le sperimentazioni. Le motivazioni di questa frenata consistono nell'adozione generalizzata del cosiddetto principio di precauzione, nel timore di mettere a rischio i marchi di qualità, e nei vincoli imposti anche ai produttori dalla grande distribuzione, che ha dovuto assecondare la sensibilità dei consumatori».
Eppure, continua il docente bolognese, i vantaggi per l'agricoltura e per l'ambiente sarebbero concreti, dalla resistenza alle malattie all'aumento della produttività all'innovazione merceologica.
Addirittura anche la frutticoltura biologica potrebbe giovarsi di alcune biotecnologie, conclude Sansavini, grazie all'applicazione della cosiddetta cisgenesi. E' una pratica che si differenzia dalla transgenesi per il fatto che il nuovo gene inserito nella pianta da migliorare non è alieno, perché deriva da una pianta donatrice della stessa specie o genere. Questa affinità «potrebbe far superare il muro, più di tipo etico e ideologico che non scientifico, che impedisce l'adozione di questa trasformazione genica nella frutticoltura biologica. Se all'utilizzo di queste nuove tecnologie “leggere” fosse dato il via libera, se ne potrebbe avvantaggiare la difesa biologica, che ancora non dispone di biocìdi o di prodotti organici sufficientemente efficaci per proteggere la produzione».
domenica 8 novembre 2009
La fabbrica dell'oro
sabato 7 novembre 2009
Contro gli abusi di potere
Colonna sonora di Pino Santoro "Nel ventre del tempo"
Quando sete di democrazia e privatizzazione dell'acqua si scontrano
mercoledì 4 novembre 2009
I panni sporchi dei Mille
....Massimo D'Azeglio, scrivendo al nipote Emanuele il 29 settembre 1860, mentre era ancora in corso quella che la stampa liberale già spacciava come un'epica impresa di un pugno di audaci, diceva che "quando si vede un regno di sei milioni ed un'armata di 100 mila uomini, vinti con la perdita di 8 morti e 18 storpiati, chi vuol capire capisca". L'accusa è grave anche se proviene da chi aveva scarsa simpatia per i metodi politici sin troppo disinvolti di Cavour. Ma come dubitare dei tre "galantuomini", le cui testimonianze costituiscono il fulcro del recente testo della Pellicciari? Poiché essi furono tutti fedelissimi del conte, quanto dicono appare per ciò stesso come oro colato. La Farina ne fu il braccio destro al punto di vantarsi nel suo epistolario di averlo visto "quasi tutti i giorni prima dell' alba", nel corso di una serie di "relazioni intime pur tenute segretissime dal' 56 al' 59". Egli, essendo stato messo alle costole di Garibaldi da Cavour, lo informa giornalmente degli scempi compiuti dai Mille, sottoponendogli un crescendo di episodi sufficienti da soli a polverizzare il mito da cui furono poi circondate le loro gesta. Non si comprende comunquecome La Farina osi gridare allo scandalo, dal momento che quale organizzatore della spedizione non poté ignorare che i suoi componenti erano (son parole di Garibaldi!) "tutti generalmente d'origine pessima e per lo più ladra; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto"....continua
lunedì 26 ottobre 2009
A proposito di scuola
sabato 24 ottobre 2009
Civita di Bagnoregio e il Pinocchio televisivo
venerdì 23 ottobre 2009
giovedì 22 ottobre 2009
"Cussu paisu mije" opera completa
None surene none cemunere.
Aqquà ste a morte:
ssettute sobb'a scale de l'arrosce
a ttremende le uecchje scambaggnate
a nniende zitte.
I tutte atturne a se scattà de rresiate
ca bballene i cca zùmbene: pagliacce
tutt'ambriache: sbandasme ca se crètene
da cambà, d'accussì. Quesse ete a vite
a sole a vere. Quessa lore.
Aqquà jessene ggne ssere
a'mbile le Mestere a ppurgessione
nesciune grete, senz'a nnu lambière,
nessciune ca le porte, vone a sule.
Greta grete a Madonne tott'a ggnure,
le lacreme na ccatene, le luscene
o scure sembe fierme, so dde petre
da tanda tiembe armaje, com'o core.
Manghe nu falavute cu lle sone
na cose com'o muerte. U cambanone
aggne ttande da chjiesie, ma lundane,
com'a nnu ssacche ambunn'ambunne a 'nganne
suffucate cu a mane sobb'a vocche
pe nnange jucculà.
'Ngunune ca se vote senza vete
niende, i abbabbie a nniende: murusciane.
Aqquà ste a morte
a stu paise andesecute.
vite.
Cussu paisu mije.
Cussu pais mije ca se chjame
Cegghje paise andic'andiche senze
manghe nu 'nziddu sule d'acqua sande
d'a storie a nnu vatteseme de sere
a lla scunnute sott'o faccertone
nu nome qua sia sije quessa chjofe
de lacreme i dde sanghe ind'u recuerde
vivu vive de stu peccinnu vecchje
tanda vecchje na vita sane quanne
quessa chjofe jasscuate i ttoste come
a mmazzacane jere totta 'ndriche
nu papamusce de rapudde jarse
de fafe i ggrane ca nange avastave
manghe nu ggnutte amare pe ggne ggiurne
quanne sta fama granne malatie
de tutte i nna ssanave maje stave
a nemiche a lla coste sembe a mane
sobb'a lla spadde i tte carcave quanne
a mame totta muscete sudore
i terre na scutedde cu lle fogghje
sscierse accuese nu picche da peccenne
angocchje a lle paretere d'a strate
“u tate zitte agghjuse” po cundave
“jare de fame” a lle pecinne u fatte
ammurugghjuse cu sbaggliave a fame
a fame a fame a fame a fame a fame
ca se turceve pure jind'u suenne
ind'a lle suenne d'u demonie come
ggnuemere a scurzonere fatie
sembe fatie cioccere cu a pagghje
sott'o sccurriate.
Ippure erne Crestiane
com'a Ccriste purtanne a Ccrosce.
vite.
Ma quessa pila muscete de sciotte
de vuemmeche de droche quessa tragghje
de turnise camiale tanda carte
trebbunale i ccaserme quessa morre
muezzeche sgrame sanghe stu vendacce
nu purvarone ca strafoche.
vite.
Cussu paise jave assè ca i mmuerte.
Ippure a stu paise ind'a lle strate
tra nna chjanghele i ll'ate cressce l'erve
queda stesse de fore i a lle pezzule
i rripe a lle paretere le fiure
tutt'anzibbele com'a ttanda uecchje
de peccinne ca sciochene ind'o sole.
Vugghje sarà de n'ata vite.
A vite?
Questo mio paese
Blog di Pietro Gatti
Ceglie Messapica 10 Aprile 1988
martedì 20 ottobre 2009
Pietro Gatti inedito terza parte
manghe nu 'nziddu sule d'acqua sande
d'a storie a nnu vatteseme de sere
a lla scunnute sott'o faccertone
nu nome qua sia sije quessa chjofe
de lacreme i dde sanghe ind'u recuerde
vivu vive de stu peccinnu vecchje
tanda vecchje na vita sane quanne
quessa chjofe jasscuate i ttoste come
a mmazzacane jere totta 'ndriche
nu papamusce de rapudde jarse
de fafe i ggrane ca nange avastave
manghe nu ggnutte amare pe ggne ggiurne
quanne sta fama granne malatie
de tutte i nna ssanave maje stave
a nemiche a lla coste sembe a mane...
Leggi tutto
lunedì 19 ottobre 2009
Pietro Gatti seconda parte
...le lacreme na ccatene, le luscene
o scure sembe fierme, so dde petre
da tanda tiembe armaje, com'o core.
Manghe nu falavute cu lle sone
na cose com'o muerte. U cambanone
aggne ttande da chjiesie, ma lundane,
com'a nnu ssacche ambunn'ambunne a 'nganne
suffucate cu a mane sobb'a vocche
pe nnange jucculà.
'Ngunune ca se vote senza vete
niende, i abbabbie a nniende: murusciane.
Aqquà ste a morte
a stu paise andesecute.
vite.
Cussu paisu mije.
Cussu pais mije ca se chjame...
leggi tutto
Pietro Gatti prima parte
None surene none cemunere.
Aqquà ste a morte:
ssettute sobb'a scale de l'arrosce
a ttremende le uecchje scambaggnate
a nniende zitte.
I tutte atturne a se scattà de rresiate
ca bballene i cca zùmbene: pagliacce
tutt'ambriache: sbandasme ca se crètene
da cambià, d'accussì. Quesse ete a vite
a sole a vere. Quessa lore.
Aqquà jessene ggne ssere
a'mbile le Mestere a ppurgessione
nesciune grete, senz'a nnu lambière,
nessciune ca le porte, vone a sule.
Greta grete a Madonne tott'a ggnure,...
Leggi tutto
sabato 17 ottobre 2009
Buona Domenica
Pietro Gatti in occasione di un suo compleanno
...Cussu paise jave assè ca i mmuerte.
Ippure a stu paise ind'a lle strate
tra nna chjanghele i ll'ate cressce l'erve
queda stesse de fore i a lle pezzule
i rripe a lle paretere le fiure
tutt'anzibbele com'a ttanda uecchje
de peccinne ca sciochene ind'o sole.
Vugghje sarà de n'ata vite.
A vite?
Questo paese è da molto che è morto.
Eppure in questo paese nelle strade
tra una chianca e l'altra cresce l'erba
quella stessa di campagna e agli angoli
e lungo i muri i fiori
tutti vispi come tanti occhi
di bambini che giocano nel sole.
Fermento forse di un'altra vita.
la vita?
leggi tutto
venerdì 16 ottobre 2009
Ombre sulla città
Che molti comportamenti dei politici siano, troppo spesso, incomprensibili a noi comuni mortali è un dato inconfutabile. Che, sempre in quegli ambienti, non facciano grandi sforzi per renderli chiari è un altro dato.
Spero che tra un litigio e l'altro i nostri amministratori trovino il tempo di chiarire quello che è successo in questi giorni.
E' un loro dovere nei confronti della cittadinanza e, perché no, soprattutto nei confronti di chi ha dato loro la fiducia e la possibilità di sedere su quelle poltrone. Forse dovrebbero chiedersi se chi li ha votati si senta defraudato e per nulla rispettato da questi comportamenti litigiosi e dalla mancanza di chiarimenti.
Io proporrei che un incontro chiarificatore con la cittadinanza venisse realizzato in quell'atrio comunale negato all'opposizione che aveva da dire la sua su alcune scelte, condivisibili o meno, ma molto importanti per Ceglie.
La trasparenza del Palazzo di Città, con il buio, non ha alcuna utilità.
martedì 13 ottobre 2009
Una città stanca
Questa è una parte di un commento anonimo, pubblicato su Riva Destra, che fa meditare su chi ci rappresenta nella cosa pubblica.
Omaggio ai "briganti"
meridionali che combatterono
francesi, giacobini,
garibaldesi e piemontesi
in difesa della loro terra
Antonio Gramsci
venerdì 9 ottobre 2009
Uno a caso
Ecco un esempio di quello che si può leggere sui maggiori quotidiani internazionali.
Berlusconi: "Los italianos verán de qué pasta estoy hecho"
Ed uno dei tanti commenti:
de que pasta está hecho? no será de linguini a la putanesca? :P qué falta de ética cuestionar las leyes y la Constitución italianas a su antojo!
giovedì 8 ottobre 2009
EVOLUTION
Ferite da concime alla diossina
Irrigazione biochimica
Fumi taglienti
Luci al cobalto
Rasoiate invisibili di scorie radioattive
Pane al radon.
It's Evolution Babies!
Abrasioni transgeniche
Cibo truccato
Mercurio, pesticidi e Ketchup
Gli ingredienti più "in" di questo grasso millennio.
Denutrizione e povertà
Fanno da contraltare
A corpi sfatti dalla bulimia
E bocche senza controllo né limiti
It's Evolution People!
Civiltà dello spreco
Incuria emotiva
Dignità corrosa
Sorrisi smunti.
Alleluja
I Discount come nuova religione!
Anche Dio é in offerta speciale negli Ipermercati
In confezioni economiche 3x2
Venduto all'interno di barattoli o dentro piccoli tubetti
Come colluttorio per gli sciacqui della nostra anima sporca e colpevole.
It's Evolution Baby!
Ed io resto qui
Fermo
Mentre tutto questo caos mi ruota attorno
Immobile, figlio mio,
Per sollevarti oltre il Paradiso.
Petroliere ecologiche
Ossimoro perverso
Mare nero
Oceani che soffocano
Strangolati da un'unica mano
A noi ben nota....
La Razza umana
Colpevole impunito
Giudice di se stessa
Uccide i propri figli più "deboli"
Si assolve bonariamente dai propri peccati.
E si perdona.
It's Involution Baby!
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
mercoledì 7 ottobre 2009
Il popolo è sovrano, spesso a parole
Spero che oggi sia la fine di uno strapotere scandaloso.
domenica 4 ottobre 2009
Papamusce cu fumore
Un abbinamento di grande effetto a cui le foto non danno la reale resa scenografica
domenica 27 settembre 2009
Viviana ricorda Pietro Gatti
Bella e semplice la serata alla Casina Vitale con la manifestazione de “I luoghi d'allerta” Voglio soffermarmi, però, sul momento toccante, con qualche attimo di commozione da parte di Viviana, figlia di Pietro Gatti, nel ricordare alcuni periodi della vita del padre.
Frequenta il seminario a Barletta e poi a Molfetta, ma lo ricorda come un periodo triste essendo, da spirito libero, poco incline alle regole e insofferente alla vita di comunità. Metteva tutto in discussione anche principi religiosi, fino a passare per eretico e luterano. Perduta completamente la fede uscì molto deluso dal seminario. Frequentò per un anno le scuole liceali a Martina poi, per le difficoltà nella frequenza, da privatista si diplomò alle Magistrali. A prepararlo agli esami fu una professoressa di Filosofia di Lecce. Finita la preparazione la professoressa, intuite le notevoli qualità dell'allievo lo licenziò dicendogli: “Ci rivediamo quando sarai Ministro”. Poco incline ai compromessi preferì non intraprendere mai la carriera politica scegliendo una vita tranquilla. Nel 1932 partecipa ad un concorso, che vinse, per un posto al Comune di Ceglie Messapica, arrivando all'incarico di vicesegretario. Visse il periodo del fascismo con insofferenza ma non si espose dato l'incarico pubblico che ricopriva. Si iscrisse, nel periodo postfascista, al Partito Comunista, ma si allontanò perché si trattava comunque di un altro partito dal pensiero unico e, per lui che metteva tutto in discussione, non erano accettabili imposizioni dogmatiche. Sposò una donna religiosissima e iscritta all'Azione Cattolica ma, dimostrando di rispettare anche le idee che non condivideva non ostacolò mai le sue convinzioni e le assidue frequentazioni della chiesa. Sia nei confronti della moglie che della figlia precorse i tempi dimostrando, diversi anni prima del movimento, di essere un femminista convinto.
Leggeva moltissimo e di tutto. La sua libreria era enorme a tal punto che, in seguito, molti suoi libri sono stati donati alla biblioteca comunale e alla biblioteca del Liceo Classico. Parecchie sere, alla moglie recitava versi della Divina Commedia.
La passione per la poesia, o la possibilità di potersi interessare è incominciata quando andò in pensione. Si ritirò definitivamente in campagna a contatto diretto con la natura. Scrisse alcune poesie in dialetto e le fece leggere ad un amico fidato che insegnava a Lecce per un giudizio disinteressato. L'amico notò le poesie e le fece leggere ad altri professori tra cui Donato Valli. I tre si accorsero di trovarsi di fronte ad un Poeta di alto livello e cominciarono a presentarlo e a recensire i suoi lavori. Fu un periodo prolifico nella sua creatività, da “A terra meje” dedicata alla sua terra, “Nu viecchju diarie d’amore” scritto in occasione del matrimonio della figlia, “Nguna vite “ scritta come omaggio all'ellenico Leonida di Taranto, fino a sfociare nell'opera “A seconda venute”, la cui idea nacque da un'imaginetta religiosa donatagli durante un matrimonio e recante un verso del Vangelo: “ Signore rimani ancora con noi”. Fu colpito da un'ictus devastante che gli impedì i movimenti, lasciandogli lucida la mente. In seguito si accorse di non riuscire più a leggere anche se vedeva bene. L'ictus gli aveva tolto la capacità di interpretare le lettere. Quella fu la morte per chi non sapeva privarsi giornalmente della lettura di un buon libro. Ogni sera si addormentava con un libro sotto il cuscino o sul comodino. Lo accarezzava, lo baciava lo amava anche se il contenuto, ormai gli era oscuro.
venerdì 25 settembre 2009
Ma questa rotatoria?
Terrificante il rumore dello schianto che ho sentito a qualche centinaio di metri dalla Cripta san Michele, sulla via Ceglie Francavilla. Ed è uno dei tanti che, ormai da anni, sento dal mio terreno, sulla "strada della morte." Dopo pochi minuti le sirene di diverse ambulanze. Erano circa le 15,30 quando è accaduto l'incidente, alle 16,30 ho provato a rientrare a Ceglie ma le macchine erano bloccate fino alla curva precedente a circa duecento metri. Non è stato possibile avvicinarmi al luogo dell'impatto perché, giustamente, le forze dell'ordine non facevano avvicinare per limitare la confusione. Come tante altre volte sono tornato indietro per fare rientro a Ceglie prendendo la via di Madonna della Grotta.
Questa sera apprendo il resoconto dell'incidente su Senzacolonne.
Purtroppo ha confermato quello che avevo già immaginato dopo quel tremendo botto.
martedì 22 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
Il silenzio è d'oro, ma per libera scelta
Manifestazione per la libertà di stampa
Fiat Dux
Et dux fuit
martedì 15 settembre 2009
Lavoro e rassegnazione
Uele
Cu a peddare te asave,
a spadde angore chjecate
d'a fatije d'a dije annanze.
Te ste spettave na scatene
ambunne a scummove u uele.
All'areve, amare i toste ere
com'a tott'a vita tove.
Russe com'u sanghe ca scettave
pe ngrussà u segnure.
“Fatjate! Na ve tremendite!”
jucculave da sobb'u sciaraballe
pueste sott'a n'areve d'alezze o frische
“a sciurnate ve l'eta sudà bbone”
Se llesciave u mustazze ca te rraggiave,
scattave u scuriate e sceve
alla massarije addò spettave
agne bbene de Dije
o nu liette cu a cumbagnije.
“Ce male ma fatte a Ccriste
pe sta vita toste
ca manghe le vestie fascene.
Cu spunnave a terre tanta ambunne
sott'a le mazzate de zappe
cu mme ccugghjeve.
Perdoneme Segnore
pe stu bruttu penziere,
quatte peccinne a case tegne
e na megghjere ca sonde u priesce
da vita meje.
U segnure cu degghje passà bbene
e pe mme cu pozze purtà tutte le giurne
u pane a case.
Domene patre ,figghje, spird'ssante,
Ammenne."
Pino Santoro
Terra rossa
Con la stella del mattino ti alzavi
la schiena ancora curva
per il lavoro del giorno prima.
Ti aspettava una scatena
a smuovere l'argilla.
Agli alberi amara e dura era
come tutta la tua vita.
Rossa come il sangue che gettavi
per ingrassare il signore.
“Lavorate, non vi guardate!”
gridava da sopra il calessino
messo sotto un albero di leccio al fresco
“la giornata dovete sudarvela bene”.
Si lisciava il baffo da farti rabbia
schioccava la frusta e andava
alla masseria dove lo aspettava
ogni ben di Dio
o un letto con la compagnia.
"Che male ho fatto a Cristo
per questa vita dura
che nemmeno le bestie fanno.
Sprofondasse la terra così profonda
sotto i colpi di zappa
da accogliermi.
Perdonami Signore
per questo brutto pensiero.
Quattro bambini a casa tengo
e una moglie che sono la contentezza
della vita mia.
il signore che possa passare bene
e per me che possa portare tutti i giorni
il pane a casa.
In nome del padre, figlio, Spirito Santo,
Amen, "
Nota: La fede era di grande conforto nel mondo contadino nel sopportare e dare un senso allla durezza della vita alla quale si era destinati.
sabato 12 settembre 2009
E perché no?
A vite
Andrapetecate assè
a vite du crestiane,
nu fuscia fusce
a ci cchjù alleste,
vule com'a nu viende
setecanne suenne.
Mu nu priesce jind'o core
i doppe nu chiande
ca strenge anganne.
June fatije
a setecasciurge(1)
pe nnu chichele de pane
e na cepodde pe spengeture,
n'ate assettate a case
jave pure u cumbanateche.
A vendra chjene mene casce
disce nu pruverbije
ma a vendra vacande
sone com'a nnu tammurre
e te fasce dulì
pure le medodde.
Pino Santoro
La vita
Complicata assai
la vita dell'uomo,
un fuggi fuggi
a chi più accaparra,
vola come il vento
inseguendo sogni.
Ora una gioia nel cuore
e poi un pianto
che stringe la gola.
Uno lavora
a inseguitopo (1)
per un tozzo di pane
e una cipolla per spingitoio,
un altro seduto a casa
ha pure il companatico.
La pancia piena tira calci
dice un proverbio
ma la pancia vuota
suona come un tamburo
e ti fa dolere pure il midollo.
Ho voluto scrivere questa poesia dialettale con il sistema di Pietro Gatti anche per fare un omaggio al nostro poeta che più ci rappresenta.
(1) setecasciurge (inseguitopo) era un modo di zappare la terra dove diversi zappatori portavano avanti ,affiancati tra loro, un lembo di terra di circa due metri largo (scanniedd') per tutta la lunghezza del fondo. Diventava così un forsennato susseguirsi di colpi di zappa per non perdere la distanza prestabilita con gli zappatori vicini. La sera si può immaginare la stanchezza che sentissero i contadini con la felicità del padrone che aveva risparmiato tempo e denaro.
domenica 6 settembre 2009
sabato 5 settembre 2009
Inedito
Bassorilievo su lastra in pietra 10x10 cm (Pino Santoro 2001)
mercoledì 2 settembre 2009
Cos'è la destra, cos'è la sinistra
Indovinello
Domanda:
Potrei avere la disponibilità di un locale per realizzare una personale di pittura da inserire nel programma estivo?
Risposte:
1) Per ora non è possibile, non possiamo mettere tutto in un calderone. Il programma è suddiviso in una serie di contenitori specifici e di un certo livello.
2) Certamente, con vero piacere! Fai ovunque onore alla nostra Città con le tue esposizioni. Se non diamo spazio a te, a chi dovremmo darlo?
Secondo voi chi ha dato, qualche anno fa, la prima risposta e chi la seconda?
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
....L'ideologia, l'ideologia
non so se è un mito del passato o un'isteria,
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è
se c'è chissà dov'è....
Giorgio Gaber
martedì 1 settembre 2009
sabato 29 agosto 2009
Buona domenica
Tramonto (Pino Santoro)
Particolare
lunedì 24 agosto 2009
A chi si riferisce quella scritta?
Buontempone o incazzato?
E' vero che una parte (pochi in verità) dei cegliesi non si adegua alla raccolta differenziata e preferisce scaricare senza nessun senso civico, ma quei rifiuti sono lì da più di dieci giorni e questo non è colpa dei cittadini.
Diciamoci la verità, la raccolta non decolla, come dovrebbe, per colpe incrociate.
Se quella scritta la considerassimo rivolta un pò a tutti (cittadini, amministrazione comunale e incaricati della raccolta), le cose andrebbero sicuramente meglio.
Lo scaricabarile danneggia tutta la comunità.
Muvim'n nu picch'