Pietro Gatti in occasione di un suo compleanno
...Cussu paise jave assè ca i mmuerte.
Ippure a stu paise ind'a lle strate
tra nna chjanghele i ll'ate cressce l'erve
queda stesse de fore i a lle pezzule
i rripe a lle paretere le fiure
tutt'anzibbele com'a ttanda uecchje
de peccinne ca sciochene ind'o sole.
Vugghje sarà de n'ata vite.
A vite?
Questo paese è da molto che è morto.
Eppure in questo paese nelle strade
tra una chianca e l'altra cresce l'erba
quella stessa di campagna e agli angoli
e lungo i muri i fiori
tutti vispi come tanti occhi
di bambini che giocano nel sole.
Fermento forse di un'altra vita.
la vita?
leggi tutto
Buona domenica ;-)
RispondiEliminaGrazie Angela e buona domenica anche a te.
RispondiEliminaPer farti godere la bellezza di una poesia dialettale (per ora solo la parte finale) inedita del nostro poeta più rappresentativo, Pietro Gatti, ho pubblicato la sua traduzione.
Ciao
E' impressionante la corrispondenza delle parole del poeta alla realtà della nostra comunità in bilico fra la disperazione e la speranza.
RispondiEliminaOgni tanto serve una pacata e salutare riflessione "cegliese"!
RispondiEliminaBuona settimana.
dg