domenica 27 settembre 2009

Viviana ricorda Pietro Gatti


Bella e semplice la serata alla Casina Vitale con la manifestazione de “I luoghi d'allerta” Voglio soffermarmi, però, sul momento toccante, con qualche attimo di commozione da parte di Viviana, figlia di Pietro Gatti, nel ricordare alcuni periodi della vita del padre.


Frequenta il seminario a Barletta e poi a Molfetta, ma lo ricorda come un periodo triste essendo, da spirito libero, poco incline alle regole e insofferente alla vita di comunità. Metteva tutto in discussione anche principi religiosi, fino a passare per eretico e luterano. Perduta completamente la fede uscì molto deluso dal seminario. Frequentò per un anno le scuole liceali a Martina poi, per le difficoltà nella frequenza, da privatista si diplomò alle Magistrali. A prepararlo agli esami fu una professoressa di Filosofia di Lecce. Finita la preparazione la professoressa, intuite le notevoli qualità dell'allievo lo licenziò dicendogli: “Ci rivediamo quando sarai Ministro”. Poco incline ai compromessi preferì non intraprendere mai la carriera politica scegliendo una vita tranquilla. Nel 1932 partecipa ad un concorso, che vinse, per un posto al Comune di Ceglie Messapica, arrivando all'incarico di vicesegretario. Visse il periodo del fascismo con insofferenza ma non si espose dato l'incarico pubblico che ricopriva. Si iscrisse, nel periodo postfascista, al Partito Comunista, ma si allontanò perché si trattava comunque di un altro partito dal pensiero unico e, per lui che metteva tutto in discussione, non erano accettabili imposizioni dogmatiche. Sposò una donna religiosissima e iscritta all'Azione Cattolica ma, dimostrando di rispettare anche le idee che non condivideva non ostacolò mai le sue convinzioni e le assidue frequentazioni della chiesa. Sia nei confronti della moglie che della figlia precorse i tempi dimostrando, diversi anni prima del movimento, di essere un femminista convinto.


Leggeva moltissimo e di tutto. La sua libreria era enorme a tal punto che, in seguito, molti suoi libri sono stati donati alla biblioteca comunale e alla biblioteca del Liceo Classico. Parecchie sere, alla moglie recitava versi della Divina Commedia.


La passione per la poesia, o la possibilità di potersi interessare è incominciata quando andò in pensione. Si ritirò definitivamente in campagna a contatto diretto con la natura. Scrisse alcune poesie in dialetto e le fece leggere ad un amico fidato che insegnava a Lecce per un giudizio disinteressato. L'amico notò le poesie e le fece leggere ad altri professori tra cui Donato Valli. I tre si accorsero di trovarsi di fronte ad un Poeta di alto livello e cominciarono a presentarlo e a recensire i suoi lavori. Fu un periodo prolifico nella sua creatività, da “A terra meje” dedicata alla sua terra, Nu viecchju diarie d’amore” scritto in occasione del matrimonio della figlia, “Nguna vite “ scritta come omaggio all'ellenico Leonida di Taranto, fino a sfociare nell'opera “A seconda venute”, la cui idea nacque da un'imaginetta religiosa donatagli durante un matrimonio e recante un verso del Vangelo: “ Signore rimani ancora con noi”. Fu colpito da un'ictus devastante che gli impedì i movimenti, lasciandogli lucida la mente. In seguito si accorse di non riuscire più a leggere anche se vedeva bene. L'ictus gli aveva tolto la capacità di interpretare le lettere. Quella fu la morte per chi non sapeva privarsi giornalmente della lettura di un buon libro. Ogni sera si addormentava con un libro sotto il cuscino o sul comodino. Lo accarezzava, lo baciava lo amava anche se il contenuto, ormai gli era oscuro.



venerdì 25 settembre 2009

Ma questa rotatoria?

Ma quante altre vite bisogna ancora sacrificare, prima che venga trovato un rimedio a quella curva maledetta?
Terrificante il rumore dello schianto che ho sentito a qualche centinaio di metri dalla Cripta san Michele, sulla via Ceglie Francavilla. Ed è uno dei tanti che, ormai
da anni, sento dal mio terreno, sulla "strada della morte." Dopo pochi minuti le sirene di diverse ambulanze. Erano circa le 15,30 quando è accaduto l'incidente, alle 16,30 ho provato a rientrare a Ceglie ma le macchine erano bloccate fino alla curva precedente a circa duecento metri. Non è stato possibile avvicinarmi al luogo dell'impatto perché, giustamente, le forze dell'ordine non facevano avvicinare per limitare la confusione. Come tante altre volte sono tornato indietro per fare rientro a Ceglie prendendo la via di Madonna della Grotta.
Questa sera apprendo il resoconto dell'incidente su Senzacolonne.
Purtroppo ha confermato quello che avevo già immaginato dopo quel tremendo botto.

giovedì 17 settembre 2009

Il silenzio è d'oro, ma per libera scelta

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione..." art.21 della Costituzione Italiana

Manifestazione per la libertà di stampa



Fiat Dux

Et dux fuit

martedì 15 settembre 2009

Lavoro e rassegnazione


Uele


Cu a peddare te asave,


a spadde angore chjecate


d'a fatije d'a dije annanze.


Te ste spettave na scatene


ambunne a scummove u uele.


All'areve, amare i toste ere


com'a tott'a vita tove.


Russe com'u sanghe ca scettave


pe ngrussà u segnure.


Fatjate! Na ve tremendite!”


jucculave da sobb'u sciaraballe


pueste sott'a n'areve d'alezze o frische


a sciurnate ve l'eta sudà bbone”


Se llesciave u mustazze ca te rraggiave,


scattave u scuriate e sceve


alla massarije addò spettave


agne bbene de Dije


o nu liette cu a cumbagnije.


Ce male ma fatte a Ccriste


pe sta vita toste


ca manghe le vestie fascene.


Cu spunnave a terre tanta ambunne


sott'a le mazzate de zappe


cu mme ccugghjeve.


Perdoneme Segnore


pe stu bruttu penziere,


quatte peccinne a case tegne


e na megghjere ca sonde u priesce


da vita meje.


U segnure cu degghje passà bbene


e pe mme cu pozze purtà tutte le giurne


u pane a case.


Domene patre ,figghje, spird'ssante,


Ammenne."


Pino Santoro




Terra rossa



Con la stella del mattino ti alzavi


la schiena ancora curva


per il lavoro del giorno prima.


Ti aspettava una scatena


a smuovere l'argilla.


Agli alberi amara e dura era


come tutta la tua vita.


Rossa come il sangue che gettavi


per ingrassare il signore.


Lavorate, non vi guardate!”


gridava da sopra il calessino


messo sotto un albero di leccio al fresco


la giornata dovete sudarvela bene”.


Si lisciava il baffo da farti rabbia


schioccava la frusta e andava


alla masseria dove lo aspettava


ogni ben di Dio


o un letto con la compagnia.


"Che male ho fatto a Cristo


per questa vita dura



che nemmeno le bestie fanno.


Sprofondasse la terra così profonda


sotto i colpi di zappa


da accogliermi.


Perdonami Signore


per questo brutto pensiero.


Quattro bambini a casa tengo


e una moglie che sono la contentezza


della vita mia.


il signore che possa passare bene


e per me che possa portare tutti i giorni


il pane a casa.


In nome del padre, figlio, Spirito Santo,


Amen, "


Nota: La fede era di grande conforto nel mondo contadino nel sopportare e dare un senso allla durezza della vita alla quale si era destinati.


 


sabato 12 settembre 2009

E perché no?



A vite


Andrapetecate assè


a vite du crestiane,


nu fuscia fusce


a ci cchjù alleste,


vule com'a nu viende


setecanne suenne.


Mu nu priesce jind'o core


i doppe nu chiande


ca strenge anganne.


June fatije


a setecasciurge(1)


pe nnu chichele de pane


e na cepodde pe spengeture,


n'ate assettate a case


jave pure u cumbanateche.


A vendra chjene mene casce


disce nu pruverbije


ma a vendra vacande


sone com'a nnu tammurre


e te fasce dulì


pure le medodde.


Pino Santoro


 


La vita


Complicata assai


la vita dell'uomo,


un fuggi fuggi


a chi più accaparra,


vola come il vento


inseguendo sogni.


Ora una gioia nel cuore


e poi un pianto


che stringe la gola.


Uno lavora


a inseguitopo (1)


per un tozzo di pane


e una cipolla per spingitoio,


un altro seduto a casa


ha pure il companatico.


La pancia piena tira calci


dice un proverbio


ma la pancia vuota


suona come un tamburo


e ti fa dolere pure il midollo.



Ho voluto scrivere questa poesia dialettale con il sistema di Pietro Gatti anche per fare un omaggio al nostro poeta che più ci rappresenta.

(1) setecasciurge (inseguitopo) era un modo di zappare la terra dove diversi  zappatori portavano avanti ,affiancati tra loro, un lembo di terra di circa due metri largo (scanniedd') per tutta la lunghezza del fondo. Diventava così un forsennato susseguirsi di colpi di zappa per non perdere la distanza prestabilita con gli zappatori vicini. La sera si può immaginare la stanchezza che sentissero i contadini con la felicità del padrone che aveva risparmiato tempo e denaro.


sabato 5 settembre 2009

mercoledì 2 settembre 2009

Cos'è la destra, cos'è la sinistra







Indovinello


Domanda:
Potrei avere la disponibilità di un locale per realizzare una personale di pittura da inserire nel programma estivo?

Risposte:

1) Per ora non è possibile, non possiamo mettere tutto in un calderone. Il programma è suddiviso in una serie di contenitori specifici e di un certo livello.

2) Certamente, con vero piacere! Fai ovunque onore alla nostra Città con le tue esposizioni. Se non diamo  spazio a  te, a chi dovremmo darlo?


Secondo voi chi ha dato, qualche anno fa, la prima risposta e chi la seconda?



Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.


....L'ideologia, l'ideologia
non so se è un mito del passato o un'isteria,
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è
se c'è chissà dov'è....


Giorgio Gaber