domenica 13 gennaio 2019

Ci vediamo a teatro


"Quest’anno, il Gruppo Teatrale Amatoriale M.SS.Assunta di Ceglie Messapica, si ripropone portando in scena una nuova commedia brillante in vernacolo cegliese che ha come titolo “ A famigghja Bruscone”. Oreste De Santis, proveniente dall’area napoletana ne è l’autore e da cui hanno attinto anche per altre commedie nell’arco di questi anni. Lo scopo del G.T.A., oltre che di far divertire, è anche quello di promuovere il dialetto cegliese.



Con la paziente regia di Mimmo Turrisi, la commedia andrà in scena al Teatro Comunale di Ceglie Messapica, il 19 e 20 gennaio, in collaborazione con gli attori Pino Santoro, Tonia Lodedo, Mimmo Turrisi, Paola Caliandro, Cataldo Suma, Onofrio Tanzarella, Cosimo Caliandro, Antonella Lanzillotti, Antonella Suma, Isa Vitale e Emilio Cito. Aiuto regista Pasquale Altavilla ed al casting Antonella Dipresa Per la prenotazione dei posti a sedere si può contattare la Chiesa Madre M.SS.Assunta: mattino dalle ore 10.30 alle 11. 30, pomeriggio dalle 17.00 alle 19.00 Il ricavato delle due serate ritorna per intero alla comunità tramite le opere di carità della parrocchia."

martedì 9 gennaio 2018

Donna Chiarina pronto soccorso

«Sono nove gli anni di attività teatrale per il G.T.A. M. SS. Assunta di Ceglie Messapica con la commedia «Donna Chiarina pronto soccorso» che va in scena il 13 e 14 gennaio al Teatro Comunale di Ceglie Messapica. Una realtà ormai consolidata sul territorio che continua a portare in teatro e non solo, commedie brillanti in vernacolo cegliese con molto successo. Il gruppo si ispira ad autori dell’area napoletana del calibro di Eduardo Scarpetta, Oreste de Santis, Massimo Canzano e quest’anno Gaetano di Maio.



Molti sono gli attori che si sono alternati in questi anni prima di arrivare al cast che interessa la commedia di quest’anno: Tonia Lodedo, Pino Santoro, Mimmo Turrisi, Isa Vitale, Paola Caliandro, Antonella Lanzillotti, Onofrio Tanzarella, Cosimo Caliandro, Pietro Liuzzi, Vincenzo Ruggiero, Antonella Suma, Cataldo Suma. La regia è affidata a Mimmo Turrisi mentre la scenografia a Pino Santoro. Assistenti alla regia Giuseppe Marseglia e Federico Lorusso. Suggeritore Giuseppe Lodedo.
Davvero stimolante ricercare e far rivivere, anche se per poche ore, termini di un dialetto tradizionale che, purtroppo, va scemando sempre più fino a confondersi con la lingua nazionale.
L’attività del Gruppo non è a scopo di lucro e l’intero ricavato delle due serate sarà devoluto alle opere di carità della Parrocchia della Chiesa Madre M. SS. Assunta.
Molte sono state le collaborazioni, in questi anni di attività, con associazioni onlus che operano sul territorio cegliese: Associazione Gioia, Unitalsi, Parrocchia di san Rocco, Lions Club, Centro Anziani ed altri ancora.»

mercoledì 2 agosto 2017

Ritorna cronache e cronachette

COMUNICATO STAMPA
Presentazione annuario 2016 di “Cronache e cronahette
Puntuale ritorna Cronache e cronachette
Puntuale ritorna Cronache e cronachette
Anche quest’anno “Cronache e cronachette” di Stefano Menga ritorna con l’annuario cartaceo che racchiuderà la maggior parte delle pagine web che, nell’anno 2016, hanno fatto bella mostra di sé nell’omonimo blog.
L’evento di presentazione è previsto per martedì 8 (ore 20.00), presso il Museo Archeologico (MAAC) di Ceglie Messapica.
Per l’occasione, oltre all’autore Menga, interverranno il sindaco di Ceglie Messapica Luigi Caroli, il sindaco di Novedrate Serafino Grassi, la nota scrittrice tedesca Simone Buchholz e lo chef stellato Antonella Ricci.
L’evento sarà moderato dalla giornalista Agata Scarafilo, corrispondente de “La Gazzetta del Mezzogiorno” e autrice di contributi professionali per diversi periodici nazionali.
In collegamento con il tema, l’iniziativa offrirà spunti di riflessione per parlare non solo di ”Comunicazione”, ma anche di “Promozione del territorio” attraverso la presenza e gli interventi di chi, a vario titolo, ha gli strumenti o ha già percorso itinerari che hanno dato visibilità a stupende realtà territoriali, come lo è Ceglie Messapica.
Infatti, la tedesca Simone Buchholz ha più volte realizzato degli interessanti servizi giornalistici su Ceglie Messapica e i paesi limitrofi, che hanno avuto una diffusione oltre che in Germania anche in Francia, in Svizzera e in Austria. È autrice, inoltre, di numerosi libri di successo che sono stati tradotti anche in italiano e in altre lingue europee.
Attraverso la gastronomia Antonella Ricci, poi, non manca di rappresentare magnificamente Ceglie Messapica. Oltre alla sua bravura ai fornelli la Ricci può contare su numerose partecipazioni ad eventi televisivi nazionali di successo (“La prova del cuoco” e “Cena di mezzanotte”).
Puntuale ritorna Cronache e cronachette
Puntuale ritorna Cronache e cronachette
Insomma, un evento ricco di presenze importanti che arricchiranno una serata di lancio dell’annuario di “Cronache e cronachette” di Stefano Menga che, come si ricorderà, è altresì autore oltre che delle 5 precedenti edizioni degli annuari, anche di due importanti pubblicazioni: “Cronaca di un atto d’amore” e “Monsignor Giovanni Turrisi – Cenni storici e fotografici sulla sua vita e sulla chiesa di San Lorenzo da Brindisi”.

sabato 3 giugno 2017

Pino Santoro e la festa di S. Antonio

La mia collaborazione con la parrocchia M. SS. Assunta continua da anni. Tre copertine di depliant da me realizzate per i festeggiamenti in onore di sant'Antonio di Padova 2001, 2002, 2003.
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venerdì 20 gennaio 2017

Na vecchjie sobb’a na specchjie

Na vecchjie sobb’a na specchjie (Prima parte)

Na vecchjie sobb'a na specchjie

Na vecchjie sobb’a na specchjie (Prima parte)

Frugando nei ricordi ho ritrovato questa simpatica storiella, in dialetto cegliese, con la quale, bambini, ci intratteneva il nonno nelle sere buie, alla luce fioca del lume o della fiamma del focolare o, d’estate in campagna, con la straordinaria coreografia della luna piena.
I primi versi venivano raccontati in rima ed io ho voluto completarne il resto, lasciando integro il contenuto. Trovandomi di fronte alla difficoltà di scrivere una lingua di tradizione parlata, ho preso come punto di riferimento il poeta Pietro Gatti, ormai ufficialmente riconosciuto, con nostro grande orgoglio, come il simbolo del dialetto cegliese.

Na vecchjie sobb’a na specchjie

Na vote stave de ciendanne na vecchje
s’ere assittate sobb’a nna specchje
nu misse de fafe se ste muzzucave
jind’a pegnate ngate a sere le cusciunave.
O iaprì de na cosche de fafe c’u cuzzalure
se ne sci vulò bellu grossu nu fafalure
p’u bruttu sbande de sta vecchje
ve spicce a fafe jnd’a specchje.
Ere sere andrignulate se ste retrave
d’assè tiembe all’umete ste jannave
quann nu bellu sold sci jacchiò
i totta quande se ne presciò.
“Ci u pessce ji mu me ccatte
cu lli spine a nganne ji vo sccatte.”
Manghe a carne jedd vosse
ca a nganne o gnotte accappe l’osse.
Se sci ccattò sobb ‘o marcate do ziaredde
se ssettò a’nderr sobb’a scaledde
de dd’annande angunune avà passà
ca jedd se vole marite pigghjà.
Bona vespr cumbà ciucce
lassele a’nderr cudu restucce.
Uejiemmà cummà vecchjaredde
cce sso bell scte ziaredde
ji me ssett nu picche a’qquà
cce ne disce ne ma spusà?
Ie sonte nu picca spilose
come le disce tu le cose?

Na vecchjie sobb’a na specchjie (prima parte)


Una vecchia sulla specchia

C’era una volta una vecchia di cent’anni
si era seduta su una specchia
una porzione di fave sgusciava
nella pignatta verso sera le cucinava.
Nell’aprire un pezzo di fava col coltello
se ne volò un tonchio bello grosso
per la grande paura di questa vecchia
la fava finì nella specchia.
Era sera, intirizzita se ne tornava
da molto tempo all’umido cercava
quando una bella moneta trovò
e tutta quanta si rallegrò.
“Se il pesce ora io mi compro
con le spine in gola posso schiattare.
Neanche la carne lei volle
perché in gola nell’inghiottire si blocca l’osso.
Comprò al mercato alcuni ornamenti
sedette in terra sulla scala
di là qualcuno doveva passare
perché lei voleva prendere marito.
Buon pomeriggio compare asino
lasciala per terra quella paglia.
Accidenti comare vecchietta
come sono belli questi ornamenti
io mi siedo un po’ qua
che ne dici ci sposiamo?
Io sono un poco curiosa
come le dici tu le cose?

Na vecchjie sobb’a na specchjie (prima parte)

fonte

Salento e gli antichi echi della tarantella

Salento e gli antichi echi della tarantella

Vissuto ai nostri giorni come momento folcloristico, di semplice divertimento e ridotta dal consumismo ad intrattenimento turistico, la tarantella, da sempre avvolta da un alone magico-religioso. Comune a tutto il territorio del Salento, ha origini antichissime ma, come tutte le tradizioni orali, si perde nell’incertezza del tempo, dopo aver subito metamorfosi profonde nella forma e nel significato.
I più antichi accenni che si conoscano, risalgono al XIV secolo ma la tarantella (tarantismo o malattia della danza) era ben radicata nel costume popolare perché fosse nata da poco.
Sicuramente di origini antichissime ha molte affinità con la cultura orfico-pitagorica che impregnò tutta l’area Magnogreca ed in particolar modo la città simbolo di tale cultura, Taranto, che non a caso da il nome al tarantismo ed alla stessa tarantella che ne è una sua derivazione.
Osservando bene le caratteristiche della danza, specie nella forma della tarantata, si può, a ragione, supporre che derivi da antichi riti preellenici portati in Grecia da flussi migratori di popolazioni orientali.
Questa danza popolare è quasi esclusivamente di uso popolare, appartenente ad ambienti contadini, e pare abbia acquisito la sua caratteristica a Taranto nel periodo della Magna Grecia. Stando al periodo in cui il tarantismo è approdato e si è sviluppato nel nostro territorio trarrebbe le sue origini da quelle teorie che elaborò la scuola Pitagorica che si riformò nel capoluogo ionico dopo che Pitagora (Samo 580/570-Metaponto 497 a.c.) si ritirò da Crotone a Metaponto, costretto da una congiura.
Queste teorie che i filosofi tarantini Archita, Aristosseno e Clinia diffusero ed elaborarono ulteriormente, sostenute dal fatto che essi furono non solo dei teorici promulgatori della qualità risanatrice della musica ma sperimentavano anche con la pratica tali teorie, dichiaravano la musica elemento vivificante dell’essere umano ed equilibratore cosmico nel rapporto Amore–Anima-Armonia.