Lunedì sera sono andato a trovare, insieme a Damiano Leo, la poetessa cegliese Rita Santoro Mastantuono. Ormai completamente cieca, ha ancora uno spirito che vede benissimo oltre la realtà. Vorrebbe incontrare alcuni amici della blogosfera cegliese che ha conosciuto tramite la frequenza dei blog da parte di sua figlia.
Cecità
Mano insinuante d'un destino
in cruciale innesto di dolore
in un simultaneo accesso alla voglia del vivere.
E come nel fondo d'una grotta
anima appassita
in lembo di stagno acuminato
insediano alle pupille.
E martellante sponda
in crudele inserto di tristezza
nullificando ardori
eliminante pace.
Invisibili riquadri di orizzonti rinascenti
in latitudini smarrite.
E stazionaria eclissi
di luminosi affreschi
nel regno smisurato delle tenebre.
Mai serena svolta al tuo destino.
E nel fluire lento di ombre in processione
muto il volto della terra
senza colori e doni
pur in ampiezza di germogli
sempre rinascenti.
Cecità
permanente amplesso di fuligine.
E sole e stelle e luna
in cancellato abbraccio al tuo destino.
Ma la musica
musica soltanto a precipizio
intenta a scuotere le fronde
dell'oceano senza sponde della notte.
Ed alberi maestri in emergenza
ed ali in volo
e profili ricamati in nuvole d'argento
nei passi solleciti d'un sole
che pur ti accarezza.
E ridisegnando colori le tue dita
toccano rami accarezzando fiori.
Musica
Musica ardente sollecitante amore.
Ed a suggerir qualcosa in confidenza
il vento alle tue sponde
come in accordi di chitarra lungo la siepe
in bisbigli acuti della pioggia
che pur qualcosa immette
al tuo respiro.