domenica 27 aprile 2008

Orchidee e non solo

Anche questa è Ceglie! Valorizziamola di più nelle sue risorse umane e naturali senza limiti e steccati.


Un folto gruppo attento alle informazioni dell'esperto


attraverso boschi incontaminati


ripide salite


panorami mozzafiato


Masserie suggestive purtroppo abbandonate


interni dal fascino medievale


per scoprire la piccolissima ma straordinaria orchidea cegliese


alla fine un classico falò


e una grigliata ristoratrice

per vedere le altre foto

sabato 26 aprile 2008

Principessa Orchidea Cegliese


Finalmente è disponibile il recente libro di Franca Bassi



"Ogni storia ha la sua ragione d’essere"
afferma la stessa autrice nella prefazione al libro. Questa storia è nata da alcuni incontri casuali, secondo i canoni della logica umana, ma probabilmente già segnati in un percorso obbligato dal destino di ogni individuo. Tali Incontri (alcuni virtuali) si sono rivelati importanti in quanto hanno ridato a Franca serenità e gioia di vivere. "...Se, ormai madre e nonna, sono riuscita a recuperare, dopo anni, una dimensione che sentivo mia, lo devo ai tanti amici come Pino Santoro, Giacomo Nigro, Pasquale Venerito, Damiano Leo, Pino Scaccia e ai tre attori Gabriella, Giuliana e Sergio. Il loro entusiasmo è stato foriero del mio ritrovato coraggio..."
Altro incontro importante è stato quello con i profumi e i sapori della nostra terra: "...Aveva raccolto delle erbe selvatiche. Cominciò a macinarle strusciando i palmi delle mani uno contro l’altro, lentamente, tenendole serrate perché ciò che custodiva all’interno non potesse scappare. Avvicinò le mani chiuse al mio naso. Le aprì sollevando appena quella superiore e mi disse: “ Questo è il profumo della nostra terra”, sgranando gli occhi a significar meraviglie come un mago intento nel suo esperimento più importante. Una fragranza si sprigionò intorno al mio viso, così forte e delicata da frastornarmi per alcuni istanti. Le mani perfettamente combacianti chiudevano in sé un universo magico dove forze ancestrali sviluppavano, all’insaputa dell’uomo, una possente energia che poteva essere catturata con un semplice respiro. C’erano in quelle mani racchiuse l’impeto e l’imperio dei miei anni giovanili che ora recuperavo, come succede per tutte le cose importanti attraverso un naturale, semplice gesto..."
Questa favola che "non vuol essere un'opera d'arte", come afferma la stessa Bassi, è pregna di umanità e di insegnamenti, sotto forma di metafora. Una moralità che può avere le sue origini soltanto da una vita profondamente vissuta e forgiata dalle grandi prove che ci assegna la vita: gioie e dolori. "...Per anni aveva scritto le sue emozioni di figlia, di donna, di madre e poi di nonna, anche di padre quando l’altro ormai non c’era più. Poi la fatica, il dolore e le incomprensioni, infine gli sbagli spesso senza rimedi e senza risposte. Protervia e sagacia, la spronavano perché il mondo non poteva crollare. Doveva farlo solo se lei lo avesse deciso, mai prima. Eppure nessuno aveva compreso la sua anima, l’essere fragile ma indomito, che albergava in quella testa dai riccioli a cascata. Quando sbagliava ricominciava daccapo. Quando le cose andavano per il verso giusto triplicava le forze. Ora che l’immagine del suo mosaico era quasi completa, non capiva se tutto fosse frutto della fantasia o la solita realtà conosciuta. Comunque una situazione fantastica..."
L'autrice si definisce una cittadina della terra o "terrestre", intanto divide il suo cuore tra due città che secondo lei sono gemelle nel loro destino.
"...Principessa aveva negli occhi le immagini di due città: Civita e Ceglie. Sfocavano e si sovrapponevano, diventando una città unica e ancor più desiderabile. Una realtà incrociata di destini e magie, accomunati da medesimi sentimenti nonostante su Civita, incombesse un fato avverso di morte e disperazione...."



Per chi vuole godere di questa piacevole ed istruttiva lettura può rivolgersi all'edicola in Piazza Sant'Antonio e a Pino Santoro.



venerdì 25 aprile 2008

sabato 19 aprile 2008

A volte succede anche questo


Chissà da quanti anni era lì abbandonata nella terra, ha sopportato pioggia, neve, arature.  Ieri  pomeriggio ero andato in campagna "pi cogghje do vunghele" e mi è comparsa davanti sporca e corrosa dalla ruggine. Un sobbalzo: "E se fosse una moneta messapica?" Troppa grazia! Mi sono dovuto accontentare di venti centesimi del 1918.

Comunque dicono che porti fortuna.



venerdì 18 aprile 2008

Maggio 1972

Viaggio a Lourdes


Il ristoro dello spirito


                        
                       il ristoro della vista                                                 Il ristoro del corpo

sabato 12 aprile 2008

La prospettiva è essenziale



Cambiare prospettiva può aiutare a costruire una società e un mondo migliori.


"Prendiamo la ricerca dei beni materiali, come la casa i mobili i vestiti e così via. Da un lato la povertà si può considerare una sorta di estremo ed è perfettamente legittimo che cerchiamo di eliminarla e di assicurarci gli agi; dall'altro il lusso, la brama di ricchezze eccessive rappresenta un altro estremo. Inseguendo un benessere sempre maggiore ci poniamo come obiettivo la soddisfazione, la felicità, ma questa voglia di avere di più può nascere dalla scontentezza, dall'idea di non possedere abbastanza. Insomma Il senso d'insoddisfazione, la ricerca di sempre più benessere, non deriva tanto dall'intrinseca desiderabilità degli oggetti cui aspiriamo, quanto dal nostro stato mentale."

Dalai Lama


giovedì 10 aprile 2008

Povertà e dignità secondo Pietro Gatti

Sobb'a scaledde stone do crestiane
assettute u marite cu a megghjere,
sobb'a lla sessandine, mazze mazze,
cu lle capidde vianghe tutte do.
A nna coste le stone do panare
appene accumenzate. Panarare
so' da tand'anne. Cufene, panare,
granne i ppeccinne, canestrudde, ciste
d'oggne mmanere, cu lle canne i vvènghjere
de menele, d'ate arve o de le macchje
de nu vosche vescine o pure jàvene
da l'ate a sccange; vone a lla matine
d'u sàbbete o marcate na llundane
assè, i a ciucciaredde scumbaressce
sott'o 'ngombre de tanda rrobbe i o pise.
Se mmìjiene c'angore stone jerte
le stelle, a strate ì llonghe sette migghje.
Strappene a vite, ma a fatije ì bbrutte,
ste pure i ccome! cudu fundusciedde
ca nange spette a grazzie d'u Seggnore.

Mu se stone assettute, na sciumate
da l'arbe ì sgorse chjene de fatije.
A'm mienz'a llore ste a scutedda grane
d'a cetedde: le stozzere de pane,
menza cepodde a ffedde, n'oggne d'agghje,
u ueggjie angunu 'nzidde, quanda sale?
i u sprufume d'a ariene. Do cucchjare
tagghjate d'o leggname de cerase
bbellu belle se movene a nnu tiembe.

Sulla scaletta stanno due persone
sedute: il marito con la moglie,
sulla sessantina magri magri,
con i capelli bianchi tutti e due.
Di fianco ci sono due panieri
appena iniziati. Panierai
sono da tant'anni. Cofani, panieri,
grandi e piccoli, canestri, ceste
d'ogni maniera, con le canne e virgulti
di mandorlo, d'altri alberi o delle macchie
di un bosco vicino oppure hanno
dagli altri a baratto; vanno al mattino
del sabato al mercato non lontano
troppo, e la ciuchina scompare
sotto l'ingombro di tanta roba e al peso.
Si avviano che ancora sono alte
le stelle, la strada è lunga sette miglia
Strappano la vita, ma la fatica è brutta,
e c'è pure e come! quel fondicello
che non aspetta la grazia del Signore.

Ora se ne stanno seduti, una giornata
dall'alba è trascorsa colma di fatica.
Tra loro c'è una scodella grande
di zuppa: i tozzi di pane,
mezza cipolla affettata, un pò d'aglio,
l'olio qualche goccia, quanto sale?
e l'odore dell'origano. Due cucchiai
intagliati nel legno di ciliegio
pian piano si muovono a un tempo.

Da "A seconda venute" di Pietro Gatti

mercoledì 9 aprile 2008

Il Pug di Kailia

La Soprintendenza per i beni archeologici per la Puglia di Taranto dice no al nuovo Piano regolatore di Ceglie Messapica. Un Piano atteso da anni e che adesso torna a farsi desiderare ancora oltre per via della sua elaborazione. La bozza già approvata dalla maggioranza, è stata presentata nelle mani del soprintendente Giuseppe Andreassi, che per tutta risposta ha inviato tramite missiva indirizzata al Palazzo di Città una relazione fin troppo dettagliata e carica di appunti per spiegare il proprio dissenso all'approvazione. Il soprintendente ha cominciato col sottolineare che nella stesura dell'elaborato mancano importanti riferimenti di interesse archeologico, primo fra tutti, il tracciato del cosiddetto Paretone, di cui un tratto è ben visibile al di sotto delle arcate del ponte della circumvallazione sud-est, un altro tratto della cinta muraria è ben visibile a partire dalla zona "cento scalini", e su questo punto la stessa soprintendenza ha spiegato che sta provvedendo ad avanzare richiesta per la dichiarazione di interesse culturale. Ma gli appunti recapitati al Comune con i punti fermi che spiegano il perché un Pug redatto in quel modo non può essere approvato, non si sono fermati a questo. Sottolineata, infatti anche la mancata segnalazione sull'elaborato dell'intera area di necropoli di proprietà comunale e già sottoposta a vincolo archeologico, e su questo punto la missiva insiste: "La mancanza di interesse degli amministratori portò alla prosecuzione di alcuni lavori di costruzione, iniziati in seguito al recupero dei corredi da parte della soprintendenza archeologica". Ancora relazionando il progetto del Piano regolatore, è passato a spiegare che è assolutamente mancata l'attenzione nei confronti di quella realtà archeologica del centro urbano. La vasta area che è stata coperta con il simbolo di segnalazione archeologica e contrassegnata con il nome  "Celia". Dati rilevanti, riguardo alla bocciatura del nuovo Piano regolatore di Ceglie, sono arrivati anche dall'esame da parte della soprintendenza, della zona della "Grotta di Montevicoli.", per la quale è stato spiegato che: "è stata contrassegnata come grotta con resti archeologici, ma si fa presente che questa soprintendenza non ha alcun riscontro agli atti della certa indicazione della grotta dove sono stati rinvenuti importanti resti archeologici. Si ritiene che non la singola grotta deva essere sottoposta a tutela, ma un'area più vasta con il controllo dei lavori edili e di pubblica utilità". Per finire, la soprintendenza ha avanzato al Comune di Ceglie esplicita richiesta della redazione di una carta archeologica geo-referenziata, comprensiva delle grotte e delle specchie, da redigere in collaborazione con archeologi specializzati. Un risultato, questo, che ha permesso subito all'opposizione politica di avanzare delle critiche: " Dopo anni di attesa, Ceglie non riesce ancora a dotarsi di un Pug e dopo questa sonora bocciatura dovrà attendere ancora a lungo prima di averne uno. Inoltre, il tentativo di speculazione edilizio in Contrada Montevicoli è da ritenersi miseramente annullato".

Angelo Lombardi
(Il Gallo 5/18 aprile 2008)

sabato 5 aprile 2008

Lungimirante ma scomodo

"...La mostra che prelude alla definitiva istituzione di un "Centro di Documentazione Archeologica", colma un vuoto, elimina una soluzione di continuità tra le nostre radici, la nostra memoria storica, i nostri Antichi Padri e noi figli, la nostra società contemporanea e quant'altri non vogliono perdere i legami con il proprio passato.
Il nostro popolo autenticamente e genuinamente contadino, pur distaccato e lontano dai grandi processi culturali, ha sempre nutrito un religioso rispetto per le proprie tradizioni, restando tenacemente legato ad esse, alle proprie radici, anche quando le vicissitudini di una esistenza amara lo portavano lontano dalla terra natia.
Il profondo legame con le proprie radici è stato il denominatore comune che ha rinsaldato quanti erano lontani e quanti restavano, quanti sono ancora nostalgicamente lontani, fieri della loro origine, ed ai quali in particolare va dedicato questo spaccato di memoria storica.
L'emigrante che ritorna troverà quello che ha sempre insistentemente richiesto, un pezzo importante di storia della sua città di origine.
L'impegno dell'Amministrazione Comunale vuole determinare, favorire, sollecitare lo sviluppo della nostra città creando alcune condizioni per una effettiva crescita culturale..."

Isidoro Conte (assessore alla cultura 1998)

giovedì 3 aprile 2008

Storia che si ripete

Un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del Dicembre 1988,  riportato sul libro di Luca Dipresa "Racconto Ceglie" così titolava:
Incredibile: vicino alla Necropoli si costruiscono case
Incredibile, vicino alla necropoli messapica di Foggia Vetere, circonvallazione SE, si sta dando inizio alla costruzione di una palazzina. In città si alzano le proteste: "E il tanto promesso Parco Archeologico?"




Così riferiva la dott. Assunta Cocchiaro sul rinvenimento di questa imponente necropoli di cui buona parte era ormai irrimediabilmente sepolta sotto la strada della circonvallazione:
"Nel 1988 in un'area di proprietà comunale destinata ad edilizia residenziale, lungo la circonvallazione sud-est nei pressi del bivio per Francavilla Fontana, fu indagato un lembo di necropoli con quindici sepolture ascrivibili all'arco cronologico compreso tra il V e gli inizi del III secolo a.C.
L'area di necropoli era limitata dal tracciato del Paretone, di cui un tratto si conserva proprio in corrispondenza del bivio per Francavilla Fontana, al di sotto della strada moderna."


Dalla creta umida si fanno i vasi,
ma il vuoto in essi permette
di riempire le brocche.
Così il visibile è certo utile,
ma l'essenziale resta invisibile.

(Lao-Tze)


mercoledì 2 aprile 2008

Che fine ha fatto Donna Lucrezia?


Questo affermava Ideanews in un reportage del marzo 2000
(La proposta al Piano operativo plurifondo fu rigettata e oggi il sito di "Donna Lucrezia" è praticamente dimenticato, meta solo di qualche studioso.)



Donna Lucrezia (sito archeologico del Paleolitico)


Il territorio di Ceglie Messapica presenta tracce di popolamento antico già a partire da Paleolitico inferiore-medio, probabilmente cioè da oltre centomila anni fa.
Di grande interesse sono a tal proposito la Grotta di San Pietro e la grotta Antelmi fra le numerose cavità carsiche del territorio, con tracce di popolamento e utilizzazione in varie epoche.
Al Paleolitico inferiore-medio riporta la scoperta, avvenuta in località Donna Lucrezia, di enormi quantità di scarti di lavorazione della selce. L'area appare di importanza fondamentale per definire le caratteristiche del popolamento di Homo erectus nelle sue manifestazioni finali e dell'Uomo di Neanderthal in area murgica.
Scarse e poco significative sono le tracce neolitiche (VI-IV millennio) attestate nel territorio, perché le aree interne della Murgia non furono in genere frequentate,  tranne alcune cavità carsiche alla base della scarpata del versante tarantino, utilizzate come luoghi di culto e funerari da parte delle comunità di agricoltori. Ceramiche graffiti e dipinti di età neolitica oltre ad elementi ceramici più recenti riferibili al Neolitico, sono stati rinvenuti in una cavità carsica (Caverna Elia) in località Madonna Piccola. L'utilizzo delle caverne nell'età dei metalli, da parte di gruppi ad economia fondamentalmente pastorale ci documenta una consuetudine perpetuatasi dall'inizio del II millennio fino all'Età messapica.
Materiali dell'età del bronzo sono stati rinvenuti nella Grotta Antelmi, nella Grotta Sardella II, all'esterno della grotta Masseria Scolepie e in un avvallamento naturale a Monte Vecchio.
Per il rinvenimento di frammenti ceramici in impasto si segnalano, inoltre,le località Fragnito e Grotta Casino del Monaco.

da "Messapica Ceglie" di Isidoro Conte