Un rito per la guarigione dei tarantolati nel territorio di Ceglie consisteva nel preparare una scenografia idonea ad individuare i mali da cui erano posseduti.
Si disponevano in una stanza, una serie di fazzoletti e fettucce di svariati colori appesi a dei chiodi e che sostituivano il male da individuare. Si iniziava quindi a suonare la pizzica con gli strumenti tradizionali fino a quando la vittima entrava in trance e si dirigeva verso il fazzoletto del colore che in quel momento la ossessionava. Lo strappava dal chiodo e nella frenesia lo riduceva in pezzi. Solo allora si svegliava dallo stato ipnotico spesso guarendo dal male che la affliggeva.
Una tecnica di guarigione dai mali, o geni possessori, che ha delle affinità con il coribantismo.
Con il termine "coribanti", nell'antica Grecia, venivano indicati, sia i geni associati alla Grande dea Madre dell'Asia (Cybele) sia i sacerdoti di questa divinità ed i guaritori, uomini e donne, che curavano le "vittime" dei coribanti con uno specifico incantesimo rituale. Questo incantesimo rituale comprendeva una diagnostica musicale e una danza.
domenica 30 marzo 2008
Tarantella a Ceglie
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Ricordo che dal Santuorio di San Cosimo alla Macchia di Oria, ai tempi, si tornava con le fettucce di stoffa colorata da appedere... anche alle tammorre.
RispondiEliminaInfatti quelle fettucce si appendevano per allontanare le disgrazie e il malocchio.
RispondiEliminaCari amici scusatemi, se non vengo spesso da voi a commentare, mi sto organizzando una nuova casa, un nuovo ufficio, una nuova vita. Oggi sono contenta ho trovato una ragazza dal cuore d'oro, che ha la macchina da maglia e ho ordinato le calze per i bambini di Kabul, cosi risparmio e ne posso fare di più. Se conoscete delle amiche, delle nonne, che sanno fare la maglia prendete la lana, rimanenze e fate fare scialle, calze e cappellini, dobbiamo dare un senso alle ore che si passiamo in ozio.Vi voglio bene franca
RispondiEliminaPaese che vai usanza che trovi...
RispondiEliminaSe non mi sbaglio, le fascette colorate dei Santi medici sono chiamate "misure" in quanto riproducono in scala reale il girovita dei Santi. Correggetemi se sbaglio.... cioè.....correggete la nonna!!!!
RispondiEliminaLe fascette si chiamavano in cegliese misur' ed erano di diverse dimensioni. I loro colori se non ricordo male erano il giallo, verde, rosso, bianco e forse altri colori. Questa varietà di colori è la stessa che si usava per le fettucce e fazzoletti dei tarantati. Probabilmente c'è stata nel tempo una fusione tra sacro e profano.
RispondiEliminaE io che pensavo di aver letto tutto su i riti coreutici legati alla pizzica del Salento... De Martino sarebbe molto lieto di includere questa tua testimonianza in una nuova edizione della "Terra del rimorso".... Molto interessante, Pino. Come sempre una miniera di informazioni. Grazie
RispondiEliminaPietro Gatti... aspetta! ;o)
RispondiElimina
RispondiEliminaIl mio sole
Oggi qualche raggio
di sole entra
alla mia finestra.
Desidero uscire
farmi spettinare
dal vento
e per scaldarmi
al tiepido sole.
Non posso
devo lavorare.
Resterò
a guardare
solo qualche
raggio di sole
che delicato entra
dalla finestra.
Franca Bassi
RispondiEliminaA me è rimasta, solo l'anima e un paio di scarpe consumate, spero di aver lasciato un po' di semi in giro pieni d'amore.Franca
Seguo con mia ombra
il tuo corpo
se ti fermi io ti aspetto
se ti volti mi vedrai.
Afferra la mia mano
e la mia ombra al
tuo corpo legherai.
Questo scritto, lo dedico a Lawrence d'Arabia. Franca Bassi
" Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo ... "