Antica preghiera a Ceglie Messapica
per San Domenico
Sannimin'ch' mij biat'
a cussu munn ni m'acchiat'
u Rusarij a te fo dat'
da Marij verginell'
fatt pur i fatt bell'
ij ti vogghij p' patr'
i Marij pi nostra matr'
Traduzione
San Domenico mio beato
a questo mondo ci siamo trovati
il rosario a te fu dato
da Maria verginella
fatta pura e fatta bella
io ti voglio per padre
e Maria per nostra madre.
per San Domenico
Sannimin'ch' mij biat'
a cussu munn ni m'acchiat'
u Rusarij a te fo dat'
da Marij verginell'
fatt pur i fatt bell'
ij ti vogghij p' patr'
i Marij pi nostra matr'
Traduzione
San Domenico mio beato
a questo mondo ci siamo trovati
il rosario a te fu dato
da Maria verginella
fatta pura e fatta bella
io ti voglio per padre
e Maria per nostra madre.
credo che anche il latino ,allora, diventava dialetto personalizzato a secondo della ricezione durante le funzioni religiose.
RispondiEliminaLa differenza l'ho notata dopo aver varcato la soglia delle scuole superiori.....Però, che creatività !
Il latino cegliese era comune perchè l'apprendimento delle preghiere era orale quindi con le conseguenti distorsioni. Il segno della croce diventava: Dom'n patr' figlij spird'ssand ammenn'.
RispondiEliminapensa tu... ! eravamo --latinisti--per consuetudine.
RispondiEliminamio nonno Rocco che sapeva appena scrivere il suo nome sapeva a memoria l'intera messa
RispondiElimina...io a quattro anni , rispondevo alle -Litanie- " oropronobbìs"
RispondiEliminaCiao Pino, ho provato a leggere il vostro dialetto è difficilissimo il romano è più facile non potrei mai farcela è misterioso quali sono le sue radici? I tuoi quadri insieme alle poesie mi piacerebbe anche a me tornare a disegare e unire la poesia ,sto solo sognando, un caro saluto. terrestre
RispondiEliminaLo so è molto complicato scriverlo anche per noi perchè è un dialetto di tradizione parlata. Er romano o' trovo molto più musicale.
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