giovedì 8 marzo 2007

La pizzica pizzica tarantella


Una musica che unisce le generazioni

STORIA DELLA TARANTELLA

Prima parte
Vissuto ai giorni nostri come momento folcloristico, di semplice divertimento e ridotta dal consumismo ad intrattenimento turistico, la  tarantella, da sempre avvolta da un alone magico-religioso e comune a tutto il territorio del Salento, ha origini antichissime ma, come tutte le tradizioni orali, si perde nell’incertezza del tempo, dopo aver subito metamorfosi profonde nella forma e nel significato. I più antichi accenni che si conoscano, risalgono al XIV secolo ma la tarantella (tarantismo o malattia della danza) era ben radicata nel costume popolare perché fosse nata da poco.
   Sicuramente di origini antichissime ha molte affinità con la cultura orfico-pitagorica che impregnò tutta l'area Magnogreca ed in particolar modo la città simbolo di tale cultura, Taranto, che non a caso dà il nome al tarantismo ed alla stessa tarantella che ne è una sua derivazione.
Osservando bene le caratteristiche della danza, specie nella forma della tarantata, si può, a ragione, supporre che derivi da antichi riti preellenici portati in Grecia da flussi migratori di popolazioni orientali.
   Nei riti religiosi in onore delle divinità mitologiche più arcaiche (Apollo, Demetra, Dioniso, Eros, Pan, etc), erano generalmente previste esibizioni musicali e danzanti di vario genere e spesso abbinate a riti orgiastici. Gli stessi dei venivano rappresentati in pose estatiche mentre suonavano strumenti musicali (Apollo la cetra, Demetra il tamburo a cornice, Pan la siringa e Dioniso l'aulos). Perdice (o Pernice) sorella di Dedalo, che molti mitografi identificarono con la dea Era, veniva onorata, con riti a sfondo orgiastico dell’equinozio di primavera, nel mediterraneo orientale con una particolare danza caratterizzata da saltelli che imitavano l’andatura della pernice maschio e che può ricondurre ad alcuni movimenti della tarantella. Lo stesso nome del dio greco Urano è la forma maschile della dea orientale Ur-ana (regina dell’estate o regina dei venti), dea del pieno dell’estate che veniva onorata con danze sfrenate che riportano alla tarantella. La diffusione del tarantismo nel Salento rinvia ai "culti orgiastici dell'antichità greca" dedicati a Dioniso e diffusisi in tutta la Magna Grecia (Per Magna Grecia si intende l'Italia Meridionale, come si caratterizzò nel secolo VIII avanti Cristo, a seguito dei flussi migratori che videro stabilirsi i Calcidesi in Campania e verso lo stretto di Messina, i Dori in Sicilia, gli Achei del Peloponneso in Calabria, gli Spartani nella regione del golfo di Taranto). Proprio Taranto rappresentò, secondo la tradizione, una delle dimore elettive del dio Bacco.

elaborazione e ricerche di Pino Santoro


5 commenti:

  1. sai? mi piace ripercorrere queste letture.Ricordo che quando per obbligo scolastico venivo a conoscenza delle origini di queste tradizioni, mi sentivo orgogliosa di appartenere alla terra che per prima ne aveva condiviso i riti.

    E non m'interessava affatto che erano tradizioni non viste di buon occhio dalle autorità religiose.

    grazie gisan, però... che ne dici se trovi qualche file musicale da mettere come sottofondo?

    Mi piacerebbe molto.

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  2. Nelle ricerche che ho fatto ho appreso che proprio le autorità religiose hanno snaturato questa nostra tradizione perchè ritenuta peccaminosa e di origine pagana. Messa al bando è sopravvissuta nascosta e clandestina tra il popolo o è stata messa sotto il manto protettore di San Paolo o San Vito da cui poi ha preso il nome.

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  3. interessante, ho letto qui delle nuove, grazie Pino

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  4. Ho avuto il piacere di vedere la tarantella originale suonata in una festa paesana, è favolosa, grandissima

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  5. Ciao Pino,

    per me che son di Taranto, dimora elettiva del dio Bacco, mi fa piacere approfondire la mia conoscenza. A proposito di questo tema, t'invito a visitare uno dei miei ultimi post "TRACCE DEL PAESAGGIO RURALE" in sottofondo c'è un breve pezzo di pizzica.

    Grazie, ho appreso cose interessanti.

    ziagrariama

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