mercoledì 6 aprile 2011

Alla faccia della solidarietà


Quando un Ministro della Repubblica si permette di dire "Fora da i ball" i risultati sono questi commenti  pervenuti a "Il giornale.it" per il naufragio dei profughi tunisini di oggi.

- “Peccato, troppi sono vivi”



- “Si è ribaltato un barcone……e chi se ne frega!!! Dovrebbero ribaltarsi tutti i barconi che vengono sulle nostre coste, così avremmo finito di fare patti con i paesi nord africani che poi non rispettano, senza bisogno di sborsare un’Euro”



- “Si vide il Piave rigonfiar le sponde e come i fanti combattevan l’onde. Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: “Indietro va’, o straniero”



- “ho detto una battutaccia : chi se ne frega. come dice pascariello , perchè dobbiamo andare sempre noi a riprenderli . se facessimo come malta , e puntassimo contro i loro barconi i cannoni , vuoi vedere che andrebbe la bocassini a riprenderli !!”



- “NON ME NE FREGA NULLA. Se fossero restati al paesello, sarebbero vivi. Pesino, come macigni, sulla coscienza (non l’hanno) di chi li vuole”



- “Voglio dare un’applauso al mare e al vento che sono i veri italiani. Però 48 superstiti. Troppi. Bisogna fare meglio la prossima volta se tentano ancora. Per tutti i buonisti io dico: E immorale dare aiuto e conforto al nemico!!”



- “Sono veramente demoralizzato per il numero così alto di superstiti. Speriamo non se ne trovino altri in vita”



- “no, altri 3 salvati: è l’ultima bella notizia che ci ha dato il TG5 delle tredici in chiusura…Allegria! Ci sarà Maroni che li ha di cartoni, ma che dire di queste molto buone giornaliste che approfittano del loro megafono per incitrullire ancora più la gente ??? E allora ancora allegria!”

Dopo le tante proteste la redazione è intervenuta con questo comunicato:



il 06.04.11 alle ore 17:44 scrive:


IlGiornale.it si dissocia e deplora nella maniera più assoluta alcuni commenti scritti dai lettori a questo articolo. A causa del contenuto offensivo molti commenti sono stati rimossi. Invitiamo tutti i lettori a mantenere il dibattito su un piano più civile e senza gratuite provocazioni.
 

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