sabato 12 settembre 2009

E perché no?



A vite


Andrapetecate assè


a vite du crestiane,


nu fuscia fusce


a ci cchjù alleste,


vule com'a nu viende


setecanne suenne.


Mu nu priesce jind'o core


i doppe nu chiande


ca strenge anganne.


June fatije


a setecasciurge(1)


pe nnu chichele de pane


e na cepodde pe spengeture,


n'ate assettate a case


jave pure u cumbanateche.


A vendra chjene mene casce


disce nu pruverbije


ma a vendra vacande


sone com'a nnu tammurre


e te fasce dulì


pure le medodde.


Pino Santoro


 


La vita


Complicata assai


la vita dell'uomo,


un fuggi fuggi


a chi più accaparra,


vola come il vento


inseguendo sogni.


Ora una gioia nel cuore


e poi un pianto


che stringe la gola.


Uno lavora


a inseguitopo (1)


per un tozzo di pane


e una cipolla per spingitoio,


un altro seduto a casa


ha pure il companatico.


La pancia piena tira calci


dice un proverbio


ma la pancia vuota


suona come un tamburo


e ti fa dolere pure il midollo.



Ho voluto scrivere questa poesia dialettale con il sistema di Pietro Gatti anche per fare un omaggio al nostro poeta che più ci rappresenta.

(1) setecasciurge (inseguitopo) era un modo di zappare la terra dove diversi  zappatori portavano avanti ,affiancati tra loro, un lembo di terra di circa due metri largo (scanniedd') per tutta la lunghezza del fondo. Diventava così un forsennato susseguirsi di colpi di zappa per non perdere la distanza prestabilita con gli zappatori vicini. La sera si può immaginare la stanchezza che sentissero i contadini con la felicità del padrone che aveva risparmiato tempo e denaro.


11 commenti:

  1. Molto bella, prossimamente su Pietro Gatti blog... e perchè no?


    Buona domenica!

    Giacomo

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  2. Molto bella...

    Pensa che anch'io ho riportato una poesia in dialetto sulla mia terra nel mio blog..

    C'è una differenza tra dialettale e dialetto che un amico mi ha specificato...

    La tua è una poesia in dialetto....ed è molto meglio!!!!:))))


    Un caro saluto.

    D.

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  3. Complimenti Pino!

    Molto bella.

    Buona domenica.

    dg

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  4. Una bella poesia con una nota molto interessante.

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  5. l'espressione "setecasciurge" e la sua spiegazione ben rappresenta la situazione terribile e senza uscita in cui si trovavano, i nostri nonni e i nostri padri contadini, di fronte alla grettezza della piccolissima borghesia locale: la via d'uscita quasi obbligata è stata l'emigrazione

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  6. Bellissima Pino, scritta con il cuore, metti una bella cornice fatta da te e spediscila a Roma sei ancora nei termini.

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  7. Grazie per gli incoraggiamenti. Per evidenziare la durezza della vita attuale per molte categorie, ancora sfruttate senza scrupoli, ho voluto usare metafore estrapolate da esperienze vissute ai tempi di mio padre e mio nonno.

    Per uscire da quelle situazioni di tanto lavoro ma anche di tanta fame, i nostri contadini sono andati a finire anche nelle miniere del Belgio dove molti di loro hanno lasciato la vita, se non subito nei disastri tipo Marcinelle, dopo anni con complicazioni alle vie respiratorie.

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  8. Si consideri – per un attimo – quell’“arcaico”, brutale mercimonio di carne, quel “remoto” «mercato delle braccia» in auge sulla piazza del paese. Alzando gli occhi dalla pagina, lo ritroviamo in città, appena ripulito dalla grinta feroce dei caporali, ma ben legalizzato lungo i mille rivoli del lavoro interinale.

    http://www.carmillaonline.com/archives/2009/02/002940.html

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  9. Un caro saluto. Stasera è tutto lento,preferisco andare a sognare;)ciao

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  10. l'ho letta tutt'un fiato ed è davvero pregna di sentimento. bellissimi versi, bravo Pino.

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  11. Bella la doppia lettura.

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