sabato 14 gennaio 2012

C'è chi preferisce la gramigna modificata dei campi da golf

LE ERBE SELVATICHE NELLA NOSTRA CUCINA TRADIZIONALE

Gneta, finocchietto, rucola, zangone, cicuredda, cardungiedde e tante altre sono le erbe spontanee del nostro territorio che un tempo accompagnavano i piatti della nostra tradizione.
Una cucina semplice ma ricca di sapori che la moderna arte culinaria ha relegato nel dimenticatoio nonostante esse crescano spontaneamente senza alcun intervento dell’uomo attraverso l’uso di concimi chimici e trattamento fitosanitari.
Il WWF Brindisi e il locale tipico L’Antico Palmento, con la preziosa collaborazione dell’agronomo dott. Marco Mitrotta, hanno organizzato un’iniziativa suddivisa in quattro incontri finalizzata alla riscoperta di queste erbe che, nel tempo, da “erbe spontanee” sono state declassate a “erbe infestanti” perdendo quel ruolo nutrizionale che per secoli hanno dato alle nostre tavole.
Si partirà sabato 21alle ore 17.00 con la presentazione dell’iniziativa presso la sede del WWF Brindisi in vico Municipio, si proseguirà sabato 28 alle 17.00 con le nozioni tecniche, domenica 29 alle 10.30 con un’uscita sul campo e, in ultimo, il 3 febbraio alle 19.30 con la degustazione presso il locale tipico L’Antico Palmento (z.i.- Brindisi).
Nel corso dell’incontri si parlerà di biodiversità, della nostra agricoltura, del ruolo delle erbe spontanee nei suoi processi produttivi, il loro riconoscimento e la loro cottura e degustazione .



 

5 commenti:

  1. Ciao, concordo appieno, specialmente i più giovani hanno perso il gusto di queste tipo di verdura preferendo quella coltivata, piena di fertilizzanti, diserbanti e altre porcherie. La verdura preferiscono andarla a comprare dal fruttivendolo o nei centri commerciali, magari gia spezzettata e magari anche già condita.
    Ci sono poi alcune piante spontanee che noi (come i nostri vecchi) nella nostra cultura locale non sono mai state capite, per esempio l'erba cipollina (in alcune località arriva a costare sino ad 8 euro al kg.) ritenuta a torto una delle peggiori infestanti (sopratutto sotto gli alberi di ulivo); altra pianta spontanea (questa si veramente infestante) la Sporchia, molto saporita, apprezzata soprattutto nella cucina del barese (prezzo dai 4 ai 6 euro al kg), e per la verità l'ho mangiata parecchie volte anche io.
    C'e ne sono tante altre come per esempio il Crescione,la Senape selvatica, lo spacca pietre, la rugola, la prugghiazz (nome dialettale).

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  2. Dai un'occhiata a questo post
    http://carolemico.myblog.it/archive/2010/01/22/la-sporchia.html

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  3. Sicuramente con tutti questi tipi di verdura selvatica, oltre a sfamarsi si possono gustare prelibatezze ormai rare. Non usando pesticidi né diserbanti, nel mio terreno posso raccogliere ancora molte di queste varietà. La miscela di spaccapetre (molto amara) con i zangoni (più dolci) bolliti e conditi con olio crudo, sono una vera prelibatezza.

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  4. Ciao.
    Certo Gisan, per esempio chi non ha mai mangaito le fave cotte nella pignata vicino al fuoco accompagnate da un bel piatto di cicuredde, non sa cosa si perde. Una volta questo era il mangiare del popolino e dei contadini, oggi alcuni dei ristoranti più rinomati e conosciuti del cegliese (es. il fornello da Ricci, da Gino) offrono tra le loro specialità anche questi piatti.
    Una giovane casalinga di oggi non farebbe mai questi piatti, un pò perchè non saprebbe dove mettere le mani un pò perche non saprebbe dove reperire la materia prima e anche perchè preparare una buona pignata di fave richiede tanta pazienza ed almeno tre o quattro (e forse anche di più) di ore di lavoro. Pero il risultato se viene bene è una sifonia di gusto.
    Hei, scherzando e ridendo, me venuta l'acquolina in bocca.
    Altro linkino
    http://carolemico.myblog.it/archive/2008/12/15/cucina-sammichelana.html

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