
LECCE (30 gennaio) - Una vita sempre di corsa, sulle strade con i rally, sulle piste con la F1 e, tra una vittoria e l’altra in mezzo al rombo dei motori, anche in mare, dove nel 1992 è riuscito a realizzare la più veloce traversata Atlantica, segnando un record che resiste ancora oggi. Nel 2000 ha deciso di accendere il semaforo rosso e di fermarsi.
Lui, originario di Torino, ha percorso lo Stivale per intero, si è guardato intorno e alla fine si è fermato a Ceglie Messapica, dove ora vive con la moglie Patrizia. «C’è un tempo per tutte le cose nelle vita di una persona - spiega Cesare Fiorio, uno dei miti dell’automobilismo italiano - e per me erano scaduti i tempi per rimanere nel circuito dell’attività agonistica».
Perché ha scelto proprio Ceglie?
«Questa è una realtà, e mi riferisco anche al circondario, alla Valle d’Itria e all’intero Salento, che sa offrire una qualità della vita che non mi è capitato di trovare altrove. Le sembra poco?».
Ma come ci è arrivato?
«Casualmente, una decina di anni fa. Alcuni amici mi avevano invitato a visitare questi luoghi. A dire il vero, ero abbastanza scettico».
Invece?
«Appena mi son trovato qui, ho dato uno sguardo in giro e si è accesa una fiamma dentro di me. È stato un amore a prima vista».
Che cosa l’ha attratta di più?
«La bellezza del territorio, della campagna con gli ulivi, ma anche il rapporto con la gente del posto, per me fattore importante per scegliere dove vivere. Tutto è stato coerente con le mie aspettative».