A' triach'
Con quanto orgoglio i nonni insegnavano questo gioco ai nipoti che partecipavano entusiasti ed incantati dalla destrezza con cui formavano, intrecciando tra le dita un filo di lana, figure geometriche sempre diverse: a nac, u specchjie, a ratich'l, a spin di pesc, ecc.
si, però a dirti il vero, non ricordo come la chiamava mia madre.
RispondiEliminaBellissimi questi ricordi.
In effetti questo gioco era chiamato anche con altri nomi che mi sfuggono, io lo ricordo con questo.
RispondiEliminaPer quanto giovane, ho ancora nella testa qualche immagine di questo gioco. Bellissima la foto. Lo stupore del bimbo che osserva la vecchina è incredibile.
RispondiEliminau tupp' di nonnaiann' !
RispondiEliminache bei ricordi...
tutto per te:
RispondiEliminahttp://pietrogatti.splinder.com/post/11189728/al+paese+natale
si chiamava --la naca-- che voleva indicare la culla .
RispondiEliminaInfatti ora ricordo che si indicava il gioco anche con questo nome.
RispondiEliminaHo da dire anche se è fuori tempo (non lo è mai se si ha da dire) che questo gioco fatto con un filo di spago annodato imparato da bambino l'ho insegnato ai miei figli.
RispondiEliminaCon grande meraviglia 4 anni fa durante un pausa lavorativa giocherellavo e giocherellavo da solo sempre al primo passaggio quando mi si è avvicinato un giovane ragazzo della Romania da poco assunto nella mia ditta...ha proseguito nei vari passaggi con vera maestria rifacendo con cura i passaggi inversi per evitare la fine precoce del gioco.
Era il passatempo della sua nonna non gli sembrava vero eppure anche se poco più che ventenne per quegli istanti era ritornato bambino a casa dei Suoi.
I giochi poveri di tutto il mondo sono uguali come uguale è la sofferenza di tutti i poveri del mondo.(mi disse come si chiama ma non lo ricordavo già un minuto dopo, nu,lu chiamamm- a naca)