domenica 28 maggio 2006
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sabato 20 maggio 2006
mercoledì 17 maggio 2006
martedì 16 maggio 2006
SCHEDA ARTISTICA DI PIETRO GATTI
Pietro GATTI nato a Bari, nel
Infiniti sono i riconoscimenti critici per la produzione artistica del poeta cegliese Pietro GATTI. Fra coloro che si sono occupati del nostro poeta ci piace citare il critico e docente di glottologia presso l’università di Lecce, Mario D’Elia, con “La poesia dialettale di Pietro Gatti”; Macrì con una puntigliosa recensione apparsa su “L’albero”; Mario Marti con “Notizie dal Salento: la poesia dialettale del cegliese Pietro Gatti”; i nostri concittadini Giuseppe e Pietro Magno in “Storia di Ceglie Messapica” e ancora Vincenzo Gasparro in “La pampanella amara” e l’illustre rettore dell’università di Lecce, Donato Valli, fraterno amico del Gatti.
Con Gatti il dialetto cegliese è entrato a pieno titolo negli studi di dialettologia. L’esordio alla carta stampata è segnato da una breve silloge edita dalla Tipografica di Ceglie nel 1973 con “Nu vecchju diarie d’amore”: un canzoniere a carattere autobiografico che già tendeva ad un simbolismo immediato, di un’istintività pascoliana. Nel maggio del ’76, presso Schena di Fasano, vede la luce quella che noi riteniamo essere il capolavoro del Gatti: “A terra meje”. Qui è un continuo rincorrersi di immagini felici, pregne di un mondo di povertà e di miseria, di sudore e di fatica. Sei anni di silenzio editoriale per approdare ad una esaltante fusione di autobiografismo e simbolismo con “Memorie d’ajere i dde josce”. Raccolta poetica, questa, in cui i versi si fanno preghiera. Nel 1984 Pietro Gatti ci regala il suo quarto pilastro: “ ‘Nguna vite”: un dolore-amore tutto meridionale e foscoliano plasma ogni poesia. La morte che “nasce dalla vita”, si confonde con il quotidiano.
Alle importantissime opere citate Pietro Gatti, grazie alla sensibilità artistica di alcuni amici e all’impegno del Rotary Club – Terra dei Messapi di Ceglie, aggiunge, nel dicembre del 1997 per i tipi della locale casa editrice, “A seconda venuta” (La seconda venuta), opera epica e monumentale con la quale il nostro si consegna per sempre alla storia della poesia dialettale.
Al maggiore poeta cegliese di tutti i tempi chiediamo, facendo nostra una sua dedica: “… cu nne làsse a porte scaranzate” (… che ci lasci la porta socchiusa).
martedì 9 maggio 2006
Sud tra polvere e vento
ombre e luci
sotto la lama del bisturi tagliente
ed il passo faticoso
verso la via maestra
tra dirupi e scoscendimenti
promana dalle rocce
della terra dove un giorno
“Cristo s’è fermato”
ineluso grido.
Sud col volto di mio padre
tra brezze marine aliti d’uliveti
tracce impronte di solchi amari
alla pettura del tempo
Sud che spezza radici
approda in isole lontane
Sud mente
malta cementizia
tra i grattacieli di New York
per le strade di Manhattan
finestra aperta sulle lande
ghiacciate del Canada
sulle rive boscose dell’Australia
Sud in prima linea
e sempre in trincea
Sud braccia
braccia esposte a poco prezzo
sulle bancarelle del mondo
Sud saluti da spedire di lontano
e mille cose da raccontare in solitudine
tra giostre d’echi
che nessuno riesce a spegnere
Passa tra le forche caudine della miseria
l’eroismo senza vanagloria
ed anche la perversione maledetta!...
Sud che mira lontano
aziona suonerie di risveglio
tra frammenti di roccia
costruisce vasi di alabastro
in cui riversa rivoli di poesia
quando spigola il vento
nel fremito di una foglia
e riscopre palpiti di cielo
Sud calore d’onda tumultuante
in arcipelago sommerso
ed impeto di vulcano
per meati sotterranei
Sud natura
anfora di vino spumeggiante
Quando alla gola annoda lacci
l’incertezza del futuro
sarà prepotente la ragione di essere
che spinge a sfidare le nebbie del Nord
alla caligine di ioduri solfuri bromuri
al serpe strisciante della silicosi
negli antri scuri della terra
Sarà la ragione di essere
per resistere alla malinconia lacerante
nelle baracche di laterizi
alla periferia delle metropoli ammaliatrici
acuita a sera da un vecchio giradischi
dai do di petto
di Caruso Gigli e Pavarotti
malinconia
bramosia di sole natio
di quel sole che
non può spedirsi in pacchi
come i salumi caserecci della Calabria
i fichi mandorlati della Puglia
le conserve della Lucania e della Campania
La ragione di essere
scoprendo angoli di mondo
per essere mondo.
Di Rita Santoro Mastantuono