Sud tra polvere e vento
ombre e luci
sotto la lama del bisturi tagliente
ed il passo faticoso
verso la via maestra
tra dirupi e scoscendimenti
promana dalle rocce
della terra dove un giorno
“Cristo s’è fermato”
ineluso grido.
Sud col volto di mio padre
tra brezze marine aliti d’uliveti
tracce impronte di solchi amari
alla pettura del tempo
Sud che spezza radici
approda in isole lontane
Sud mente
malta cementizia
tra i grattacieli di New York
per le strade di Manhattan
finestra aperta sulle lande
ghiacciate del Canada
sulle rive boscose dell’Australia
Sud in prima linea
e sempre in trincea
Sud braccia
braccia esposte a poco prezzo
sulle bancarelle del mondo
Sud saluti da spedire di lontano
e mille cose da raccontare in solitudine
tra giostre d’echi
che nessuno riesce a spegnere
Passa tra le forche caudine della miseria
l’eroismo senza vanagloria
ed anche la perversione maledetta!...
Sud che mira lontano
aziona suonerie di risveglio
tra frammenti di roccia
costruisce vasi di alabastro
in cui riversa rivoli di poesia
quando spigola il vento
nel fremito di una foglia
e riscopre palpiti di cielo
Sud calore d’onda tumultuante
in arcipelago sommerso
ed impeto di vulcano
per meati sotterranei
Sud natura
anfora di vino spumeggiante
Quando alla gola annoda lacci
l’incertezza del futuro
sarà prepotente la ragione di essere
che spinge a sfidare le nebbie del Nord
alla caligine di ioduri solfuri bromuri
al serpe strisciante della silicosi
negli antri scuri della terra
Sarà la ragione di essere
per resistere alla malinconia lacerante
nelle baracche di laterizi
alla periferia delle metropoli ammaliatrici
acuita a sera da un vecchio giradischi
dai do di petto
di Caruso Gigli e Pavarotti
malinconia
bramosia di sole natio
di quel sole che
non può spedirsi in pacchi
come i salumi caserecci della Calabria
i fichi mandorlati della Puglia
le conserve della Lucania e della Campania
La ragione di essere
scoprendo angoli di mondo
per essere mondo.
Di Rita Santoro Mastantuono
Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l'inferno di Dante....in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. (...) Carlo Levi
RispondiEliminaStupenda, lacerante e commovente lirica in onore e memoria dei tanti figli del Sud che hanno abbandonato per necessità di sopravvivenza il loro "sole" e vivono nella "bramosia" di essere uomini percorrendo le strade del mondo.
RispondiEliminaCiao, buona giornata, Beppe
ciao Pino...guarda casa anche io ho postato ieri una poesia di un poeta del sud e con riferimento a Levi. Bella "SUD" ma con tutta la malinconia nel cuore. Buon pranzo e a presto...ziagrariama
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