Salento e gli antichi echi della tarantella
Vissuto ai nostri giorni come momento folcloristico, di semplice
divertimento e ridotta dal consumismo ad intrattenimento turistico, la
tarantella, da sempre avvolta da un alone magico-religioso. Comune a
tutto il territorio del Salento, ha origini antichissime ma, come tutte
le tradizioni orali, si perde nell’incertezza del tempo, dopo aver
subito metamorfosi profonde nella forma e nel significato.
I più antichi accenni che si conoscano, risalgono al XIV secolo ma la
tarantella (tarantismo o malattia della danza) era ben radicata nel
costume popolare perché fosse nata da poco.
Sicuramente di origini antichissime ha molte affinità con la cultura orfico-pitagorica che impregnò tutta l’area Magnogreca ed in particolar modo la città simbolo di tale cultura, Taranto, che non a caso da il nome al tarantismo ed alla stessa tarantella che ne è una sua derivazione.
Osservando bene le caratteristiche della danza, specie nella forma della tarantata, si può, a ragione, supporre che derivi da antichi riti preellenici portati in Grecia da flussi migratori di popolazioni orientali.
Sicuramente di origini antichissime ha molte affinità con la cultura orfico-pitagorica che impregnò tutta l’area Magnogreca ed in particolar modo la città simbolo di tale cultura, Taranto, che non a caso da il nome al tarantismo ed alla stessa tarantella che ne è una sua derivazione.
Osservando bene le caratteristiche della danza, specie nella forma della tarantata, si può, a ragione, supporre che derivi da antichi riti preellenici portati in Grecia da flussi migratori di popolazioni orientali.
Questa danza popolare è quasi esclusivamente di uso popolare,
appartenente ad ambienti contadini, e pare abbia acquisito la sua
caratteristica a Taranto nel periodo della Magna Grecia. Stando al
periodo in cui il tarantismo è approdato e si è sviluppato nel nostro
territorio trarrebbe le sue origini da quelle teorie che elaborò la
scuola Pitagorica che si riformò nel capoluogo ionico dopo che Pitagora
(Samo 580/570-Metaponto 497 a.c.) si ritirò da Crotone a Metaponto,
costretto da una congiura.
Queste teorie che i filosofi tarantini Archita, Aristosseno e Clinia
diffusero ed elaborarono ulteriormente, sostenute dal fatto che essi
furono non solo dei teorici promulgatori della qualità risanatrice della
musica ma sperimentavano anche con la pratica tali teorie, dichiaravano
la musica elemento vivificante dell’essere umano ed equilibratore
cosmico nel rapporto Amore–Anima-Armonia.
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