lunedì 21 maggio 2012
La mia Padova
Ore 04,00 della scorsa notte tra sabato e domenica. Il rumore di un treno che, stranamente, si avvicina all'alloggio al quinto piano, di cui sono ospite a Padova, fa vibrare tutte le pareti. Improvvisamente sfonda la porta e attraversa il corridoio. Mi sveglio di soprassalto, ma non c'è nessun treno. La mia stanza continua ad ondeggiare come una barca su un mare mosso. Caspita! mi trovo nel pieno di un terremoto per dieci lunghissimi secondi, con il panico che ne consegue. Ti accorgi che le certezze, i punti fermi non esistono. Pochi attimi ed il percorso della tua vita può cambiare radicalmente, tutto improvvisamente sfugge al tuo controllo. Ogni decisione, in quegli istanti, può essere errata. Attendo ad un angolo la fine della scossa, mi vesto velocemente e scendo giù nella strada, come altri in quel quartiere, in attesa dello sciame sismico successivo in questi eventi. Arriva dopo circa un'ora mentre siamo fuori sotto il freddo di una mattinata molto umida. Nel frattempo ricevo la telefonata di mio figlio dalla residenza universitaria in cui alloggia, che chiede informazioni sulla mia situazione. Io sono al sicuro gli dico lui pure è fuori con gli altri studenti come in tutte le altre residenze di Padova. Un signore accanto a me assicura che Padova non è una zona sismica (infatti se l'é cavata con poche lesioni), ma la vicina Ferrara, purtroppo lo è e ne abbiamo la conferma nelle prime notizie del mattino. Domenica sera per me si prevede soltanto un'altra nottata insonne, per il viaggio di ritorno con treni in panne e lunghi ritardi ma per gli abitanti e amici cegliesi di Ferrara (alcuni conosciuti tramite la blogosfera) e dintorni invece si prevede un'altra notte da incubo. Lascio Padova nel tardo pomeriggio, tra continui sciami sismici per avvicinarmi ad un'altro evento assurdo ed indecifrabile: il luttuoso attentato alla scuola di Brindisi. Un caso che, sicuramente farà discutere a lungo e su cui si può azzardare qualsiasi ipotesi. Alcune possiamo trovarle dal Diavoletto
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L'ultimo è stato un weekend tremendo!
RispondiEliminaNel senso letterale della parola!
RispondiEliminaUn sogno premonitore finito con un po di paura. Peccato per le persone che non ci sono più. Per le case e i monumenti forse se non si mangiano tutti i soldi si rifaranno.Un caro saluto
RispondiElimina[...] tornato Pino Santoro e ci racconta il suo terremoto. E inoltre, puntuale come una cambiale ritorna anche Stefano Menga e le sue cronachette per nulla [...]
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