mercoledì 31 agosto 2011

Biscotto californiano o bufala da profitto?




Davvero buone, quest'anno, le mandorle; scarsa produzione ma di qualità. Ho appena finito di raccogliere le mie; cinquanta chili di ottime mandorle cegliesi. Bene, penso, ne tratterrò una decina di chili ed il resto lo vendo. Mi reco dal commerciante "di fiducia" per  conoscere la sorpresa dell'anno. Ogni volta c'è sempre una motivazione per giustificare i prezzi bassi; poca richiesta, troppa produzione, scarsa qualità, arrivo di prodotti dalla Spagna e Grecia, ecc... ecc...
Controlla il prodotto, lo trova ottimo e sputa la sentenza:
- Novanta euro al quintale.
- Come novanta! l'anno scorso stavano a centotrenta.
- Non è colpa nostra stanno arrivando mandorle dalla California.
- Mandorle della California? Non mi risulta che in California producono mandorle cegliesi.
- Purtroppo il mercato è questo, noi stiamo acquistando ma non sappiamo se riusciamo a smerciarlo".
Domanda: visto che il biscotto cegliese tutti lo cercano
, con che ca.........volo di mandorle lo realizzano? Non dovrebbe essere realizzato con mandorle autoctone e soprattutto con la qualità cegliese? Come mai non c'è mercato anche con una bassa produzione?
Il biscotto non sarebbe, quindi, più cegliese ma, in parte, californiano oppure è il solito vecchio trucco dei commercianti per fregare i produttori?
Sarebbe così complicato avviare una richiesta per tutelare con un marchio la nostra pregiata qualità?
Intanto sapete cosa faccio? Non vendo più le mandorle ed oltre a "li fich' maritate"  faccio, per il mio consumo, anche il biscotto cegliese, secondo la tradizione dei miei avi.



Buon Appetito!!!

Legge della Madre Terra
anche la natura ha i suoi diritti



Con la “Legge della Madre Terra” la Bolivia si appresta ad adottare un provvedimento per il riconoscimento dei diritti civili della Natura. L’ obiettivo è la salvaguardia del patrimonio ambientale , troppo spesso violato e oltraggiato da comunità indifferenti e da lobbies di potere.
Alla base della legge vi è dunque la presa di coscienza che l’ecosistema che ci ospita e di cui noi siamo parte integrante, ha un valore incalcolabile. Esso costituisce una risorsa vivente e un interesse primario per gli uomini e per la loro sopravvivenza.
continua

2 commenti:

  1. Verrebbe da dire, chi fa da se fa per tre, ma occorre non dimenticare l'amarezza che sembra essere il motivo conduttore di chi a Ceglie vuole far produrre ancora la terra.

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  2. Ormai, caro Giacomo, sto adattando buona parte della coltura per uso famigliare. Innanzitutto so cosa mangio "i na fazz malusang" con gli sfruttatori di turno. C'è sempre un surplus nella produzione ma di solito "accontento" amici e conoscenti. È bello vedere che è ancora attuabile lo scambio di prodotti: io do quello che ho e ricevo quello che non ho. Alla fine non manca nulla, dai legumi alla frutta di stagione. Rimane comunque l'amaro in bocca perché il mercato, (perpetuando l'errore che ci ha portato sul baratro della crisi che ci sta attanagliando) ricompensa più chi sfrutta che chi produce realmente ricchezza.

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