Ernesto De Martino, parlando del lavoro di Albino Pierro, diceva che “per non essere provinciali occorre possedere un villaggio vivente nella memoria”. Chi tradisce le proprie radici, anche se uomo cosmopolita, si avvierà alla morte civile e umana. Leggendo i versi di Pino Santoro mi sono ricordato di queste riflessioni, perché la qualità e la bellezza di questo libriccino sono tutte racchiuse “nel villaggio della memoria” che il poeta canta ed esprime in versi nitidi e senza fronzoli. Nello specifico, la poesia di Santoro, affonda le sue radici nel magico mondo contadino ricco di lavoro, sofferenza, ma anche della luce e della bellezza di una natura intrisa di profumi e colori smaglianti.
venerdì 2 giugno 2006
PREFAZIONE AL VOLUME DI PINO SANTORO
"ROSSI DI OLEANDRO"
Non a caso Santoro alterna il suo lavoro di pittore con quello di poeta e a volte questo mondo e la sua ansia metafisica sono trasferite sulla tavolozza e altre volte sono rappresentate dalle parole e dal gioco delle immagini. Si legga a proposito “Fanciullezza”, dove il poeta manifesta la sua biografia dura e genuina “ricche primavere sperando”.
Questo è un libro che canta i gesti poveri della nostra gente, la quotidianità e i sentimenti radicati, avvinti come la paretaria e l’edera. Qualche critico, in vena di costruire scuole e generi, ha rintracciato una “linea mediterranea” della poesia meridionale. Una linea della luce splendente e ammagliante, del tripudio della natura colorata degli spazi luminosi.
Queste caratteristiche sono presenti nella poesia di Santoro, ma questo aspetto edenico non fa dimenticare, appena accennati e furtivi, i limiti del vivere e il senso del naufragio: “Globo mi ridestò / naufrago / nell’imperscrutabile”.
A volte, critici interessati, stabiliscono paragoni e relazioni con i grandi della poesia per amplificare il valore poetico del proprio protetto. Credo, invece, che il miglior complimento che si possa fare ad un artista sia quello di riconoscergli uno stile personale e originale. E’ il caso di Pino Santoro.
Vincenzo Gasparro
Non è la prima volta che Pino Santoro ci regala delle poesie, ma quelle raccolte in questo volumetto ci segnalano i progressi palpabili e notevoli della sua scrittura e del suo mondo poetico. Penso che il suo percorso poetico fa da pendant alla sua vocazione pittorica.
Egli vede e descrive i suoi sentimenti utilizzando indifferentemente la tavolozza dei colori e quelli della penna. Per questo il tratto saliente della sua scrittura è la concisione icastica che t'immerge in una full-immersion del tripudio colorato della natura. Il sudore dell'uomo, contadino meridionale, è quasi alleviato da una natura che diventa madre benefica e lussuriosa.
Ma si può rintracciare anche un'altra pista di lettura che affonda le radici nella sua koiné, nel mondo laborioso del contadino con tutta la sua valenza culturale e magica. Ma il rimpianto per il mondo perduto non è una forma di rifiuto tout-court della modernità, ma solo l'amarezza per la perdita del senso di "appartenenza ad un gruppo sul quale si poteva contare in ogni istante".
E' un bel libro pieno di umanità e di senso. Pino Santoro ha scritto un libro per cementare la nostra comunità, alla faccia di chi pensa che con la poesia e la cultura bisogna cercare la divisione e lo scontro.
Articolo di CegliePlurale
ROSSI DI OLEANDRO
M’inebria pace
se raro in ogni anfratto
dilaga silenzio.
Raggomitolate albe
dipano settembrine
quando sole frantumava
residui di cobalto
e fichi d’india attendevano
freschi di rugiada.
Riposi rossi di oleandro
filtrano da fessure del passato.
Dal volume "Rossi di Oleandro" di Pino Santoro
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Bravo! Mi sono permesso una citazione sul blog di Ceglie, ciao!
RispondiEliminaGiacomo
Grazie Giacomo.
RispondiEliminaciao.
Ho già avuto occasione di esprimerti il mio apprezzamento x il tuo lavoro. La presentazione di Vincenzo Gasparro conferma le mie suggestioni e ne amplifica la portata.
RispondiEliminaCiao, buon fine settimana. Beppe
Grazie Beppe per la tua considerazione. I tuoi interventi sono sempre graditi ed incoraggianti.
RispondiEliminaBravo Pino, sai quanto ti ammiro. Nelle recensioni potrebbe trovare spazio anche la mia, o l'hai completamente dimentica?. Firmato "Le strade del cuore".
RispondiEliminaCome potevo dimenticarti. Vicino al post che hai commentato si trova una tua poesia e la scheda artistica
RispondiEliminaciao Pino
E' il silenzio l'artefice della riflessione e della creatività.
RispondiEliminaQuesta tua è uno scorcio di orizzonte dal vivo
dove riposa serena
la visuale reale e non fantasticata
di una topografia di affetti
dipinti sul rosso dell'oleandro.
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Ho visitato le tue gallerie.
Amo l'arte .Detto questo ,capirai quanto abbia apprezzato il tutto,
in particolare la sezione
Computer art.
Credo proprio che ti ruberò le img per decorare le pie pagine.
Me lo permetti, credo; se non me lo permetti metterò una didascalia
precisando che senza permesso me ne sono appropriata per
rendere onore al merito.
ciaoooooo e buona domenica.
Luellel con il tuo interesse mi stai viziando. Va bene basta metti l'autore e tutto ti è permesso;-)
RispondiEliminaCiao e buona domenica anche a te.
sicuramente, stai tranquillo, citerò l'url del tuo sito.
RispondiEliminagrazieeeeee
Ciao Pino stavo per andare a letto e ho letto la poesia " I poeti della mia Terra " e troppo bella adesso comprendo meglio il giudizio di Damiano su " Kosovo" ripenserò questa sera e poi domani ....adesso sono un po stanca oggi ho lavorato molto buona notte, ti ho scritto per mio figlio. ciao "l'esile ciuccia"
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