Ne è passata di acqua sotto i ponti dal lontano 2006, quando, a Ceglie Messapica, i blog erano agli albori. Da allora sembra che non sia cambiato granché se ancora si deve lottare per la propria libertà di espressione e il diritto di informazione. E nonostante tutto i blog sono vivi e vegeti. Le amministrazioni passano ma i blog rimangono.
On.
Ciracì: «A Ceglie come in Cina, politica trasversalmente contro i blog:
deriva autoritaria, ci opporremo con tutte le nostre forze»
"L’idea dell’attuale “fritto misto” maggioranza/minoranza di discutere in un Consiglio comunale monotematico su come imbavagliare i blog locali è davvero imbarazzante (per loro): al tempo in cui internet, coi suoi pregi e i suoi difetti, è sinonimo di democrazia e libertà, a Ceglie Messapica si ripudia il progresso e si sceglie l’oscurantismo. Cosa ancor più preoccupante, non lo si fa soltanto nel Palazzo, ma si pretende di esportare una simile concezione distorta dell’amministrare la cosa pubblica persino fuori dalle sedi istituzionali.
Sinceramente, trovo che
qualcosa del genere possa essere partorito solo ed esclusivamente da
amministratori inadeguati e fuori contesto, anzi proprio fuori dal
mondo. Si parla a vanvera della necessità di porre un freno ai
commentatori anonimi sui numerosi – vivaddio! – diari online presenti
nella nostra città, ma si portano come esempio opinioni espresse in
forma civilissima, ancorché non firmate, da altrettanto civili
concittadini. Interventi di sdegno nei confronti dell’operato delle
forze politiche che (s)governano Ceglie Messapica, per la pubblicazione
dei quali i gestori dei blog si sono già assunti a monte ogni e
qualsivoglia responsabilità: non compaiono offese personali, non recano
parolacce né bestemmie, ma rappresentano quello che un po’ il “sale”
della dialettica politica.
Peraltro vi sono blog di
destra e di sinistra, di opposizione e filogovernativi. Personalmente
tante volte sono stato oggetto di attacchi gratuiti ad opera di soggetti
che hanno creato profili anonimi o hanno addirittura usato il loro per
dare sfogo a paure e origini primordiali o semplicemente al timore di
perdere le prebende comunali. Li ho sempre seppelliti con una risata o
al limite con una pernacchia.
Un politico o un giornalista che arriva a querelare deve avere ragioni fortissime, altrimenti è alla frutta. I blogger cegliesi
ci mettono quotidianamente la faccia e noi da cittadini dovremmo essere
loro grati. E invece che si fa? Si cerca in qualche modo – di
azzittirli, della serie: «Nessuno deve sapere».
Stupisce poi che tra i fautori di questa svolta autoritaria compaia il consigliere Angelo Maria Perrino, che è un giornalista e che per giunta tra i primi ha puntato e tuttora punta sul Web. Un paradosso nel paradosso.
Esprimo solidarietà ai blogger cegliesi e ai cittadini che anche grazie a quei blog fino a oggi hanno potuto dire la loro, tanto a favore quanto soprattutto contro le amministrazioni comunali che negli anni si sono succedute alla guida della città.
Noi ci dichiariamo fermamente contrari e indignati di fronte a questa allarmante deriva medioevale e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per impedire che produca i suoi effetti. Lo dobbiamo al buonsenso, ma ce lo impone soprattutto la Costituzione repubblicana, che – fino a prova contraria – resta in vigore anche in quel di Ceglie Messapica.
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