domenica 27 dicembre 2015

Domenica e lunedì 3 e 4 gennaio per voi

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sabato 28 novembre 2015

martedì 16 giugno 2015

I Messapi si ripropongono e non meritano un silenzio di tomba

Qua sotto un documento inviato dai Cegliesi che vivono a Varese e Milano. Hanno inviato alla stampa anche le firme autenticate.

Messapi

A proposito della scoperta delle tombe messapiche presso l’Opera Don Guanella in Ceglie Messapica

Alcuni giorni orsono abbiamo avuto il piacere di apprendere la notizia riguardante un’ennesimo ritrovamento di tombe risalenti al periodo messapico, II/III sec. a. C., durante i lavori di escavazione per la costruzione di una nuova chiesa, nei pressi dell’Opera Don Guanella a Ceglie Messapica. Ad un primo scontato sussulto di gioia ha fatto seguito un momento di riflessione, al fine di comprendere le eventuali motivazioni che hanno causato il ritardo nel darne comunicazione, ritardo che ha di fatto accompagnato questi nuovi ritrovamenti. A giudicare da quanto riportato da Affari Italiani, il quotidiano milanese online del nostro concittadino direttore Angelo Perrino, pare che la scoperta sia di eccezionale portata, perché potremmo trovarci di fronte ad una vera e propria necropoli, per la quale occorrerebbe proseguire con gli scavi.
Quello che ci chiediamo è perché la notizia sia stata data con rimarchevole ritardo e perché sia stato concesso a poche persone il privilegio di vivere la sensazionale scoperta. Non sappiamo se tutto sia avvenuto nel pieno rispetto della normativa vigente e se ci si è guardati bene di tenere lontani gli organi d’informazione, cosa che invece vorremmo approfondire. Una cosa è certa se non ci fossero stati “anticorpi” credo che ora non saremmo qui a parlarne, ma in questa Italia, fatta di fiumane di furbi, quel ritardo fa nascere non poche perplessità, specialmente in chi, cegliese di nascita, vive lontano dalla sua città d’origine e non ha avuto la fortuna di vivere più da vicino, anche solo i giorni che hanno fatto seguito alla sensazionale scoperta, il “fortunato” evento. Gli anticorpi?, credo che a Ceglie dovremmo esserne pieni dalla testa fino ai piedi, perché, come si diceva prima, qui ci troviamo di fronte all’ennesimo ritrovamento, che in non poche occasioni è stato segretato. Come conseguenza le tombe saranno state verosimilmente spogliate dei contenuti o, nella migliore delle ipotesi, subito ricoperte per sempre, in ambo i casi con grave danno al patrimonio storico archeologico della comunità cegliese. Dalle notizie apprese sembra questa volta di non ripercorrere le stesse situazioni, tuttavia i dubbi restano. Ma basta guardare quello che è successo per altre testimonianze archeologiche, pensiamo alle specchie, ai paretoni, alle cerchia di mura megalitiche che fortificavano l’antica città messapica. Si parla addirittura di tratti di mura fatti sparire in tempi recenti, perché non parliamo dei secoli passati, quando cioè forse mancava la sensibilità di oggi e quando ricorrere ai massi di pietra di quei siti archeologici lo si è fatto quasi sicuramente per necessità, per consentirsi la costruzione di un tetto sotto cui ripararsi. Parlare poi di vasellame, di monete di bronzo o di altri reperti archeologici di età messapica, è parlare di un patrimonio per buona parte svanito, quando invece poteva essere raccolto e messo in mostra presso il Centro di Documentazione Archeologica cegliese, che è nostra speranza possa cambiare veste il prima possibile per evolvere verso un vero e proprio Museo Archeologico, quale vero scrigno in cui custodire i tesori dei nostri antichi antenati messapi.
Ciò premesso, sabato 13 giugno appena trascorso, un numeroso gruppo di amici cegliesi e loro famigliari ed amici, residenti nelle città di Varese e Milano e relative province, si è dato appuntamento presso un ristorante dell’ippodromo di Varese, per festeggiare una ricorrenza speciale di una persona intervenuta, un’occasione che si è dimostrata proficua per affrontare la questione relativa al ritrovamento delle tombe messapiche succitate e decidere di far sentire la propria voce. Il gruppo, di cui verranno riportate in allegato le proprie generalità, ha deciso con fermezza di chiedere che:
  • vengano sospesi i lavori di costruzione della nuova chiesa, sino ad accertamento o meno della presenza di una necropoli nella porzione di terreno cantierizzato per la costruzione di una nuova chiesa e in quello ad esso attiguo;
  • in caso di accertamento della presenza di una necropoli, ripensare la costruzione della nuova chiesa in un altro punto, nel cui sottosuolo sia stata accertata scientificamente la non presenza di qualsivoglia reperto archeologico.
L’esigenza ineludibile che venga ispezionato, con le tecniche di ricerca archeologica più aggiornate, palmo dopo palmo tutto il territorio, in cui insiste il complesso dell’Opera Don Guanella, è dettata dalla considerazione che già nel passato recente e meno recente, lungo tutta la circumvallazione sud est, su cui incombe l’Opera Don Guanella, altre numerose tombe dell’epoca messapica siano state rinvenute, motivo per il quale potrebbe dimostrarsi verosimile l’ipotesi riguardante la presenza di una vasta necropoli, così come riportato da Affari Italiani, con tutte le preziosità di cui è stato fatto cenno.
Lo stesso gruppo di persone chiede altresì che:
  • vengano portate avanti tutte le procedure opportune, al fine di riconsegnare alla struttura museale di Ceglie Messapica, dopo opportuno riconoscimento e catalogazione, tutti i reperti archeologici relativi alle due tombe appena rinvenute ed in quelle eventualmente da rinvenire nel prossimo futuro;
  • Vengano portate avanti tutte le procedure per il definitivo ritorno di tutti i reperti archeologici esposti nei vari musei delle tre province del tacco di Puglia;
  • Venga effettuata una copia fedele del famoso vaso messapico appartenuto ad Adolf Hitler, considerato la quasi certa impossibilità di una eventuale restituzione alla nostra comunità, e considerato che un’opportuna pubblicità conferirebbe al vaso copia, da esporre nel Centro di Documentazione Archeologia di Ceglie, un inedito forte potenziale attrattivo verso il movimento turistico.
Ricordiamo con vero rammarico, almeno per quel che ci è dato sapere, che mai sin ad ora un programma di ricerca archeologica sistematica sia stato portato avanti, nel territorio della città di Ceglie, lasciando che il rinvenimento di eventuali siti archeologici avvenisse del tutto casualmente, come in questo ultimo caso, durante i lavori di escavazione edilizia, con tutti i rischi legati proprio alla casualità, che spesso hanno portato lontano dalla città messapica una quantità imprecisata di reperti archeologici o la copertura immediata di eventuali tombe rinvenute, per fuggire il rischio di vedersi fermare il cantiere.
In questa ottica, nel corso dei decenni interi nuovi quartieri sono stati edificati nella nostra città, cancellando di fatto e forse per sempre la possibilità di ritrovamento di potenziali siti archeologici. Per tutte queste motivazioni, auspichiamo una seria volontà da parte della nuova amministrazione della città di Ceglie Messapica di realizzare una mappatura di tutti i siti archeologici sin ora scoperti, al fine di poter identificare eventuali necropoli ad alto interesse storico-archeologico, ancora esistenti e ancora accessibili ad eventuali operazioni di ricerca archeologica sistematica.
Auspichiamo pure che nuove intercettazioni di fondi comunitari e regionali vengano concretizzate, per consentire nuovi futuri importanti interventi, a favore della struttura che racchiude il Centro di Documentazione Archeologica locale, perché possa sempre più consolidarsi come vero Museo Archeologico, da mettere a disposizione di tutta la città, degli studiosi e soprattutto a favore del movimento turistico, di cui tanto dimostra di aver bisogno la nostra amata città di Ceglie Messapica. Un salto di qualità della struttura museale vorremmo passasse anche attraverso l’arricchimento professionale degli operatori in essa presenti che, a giudicare dalla nostra esperienza, si è sin ora dimostrata non sempre all’altezza di rispondere adeguatamente alle domande dei visitatori, relative alla storia e ai reperti archeologici messapici esposti.
L’amore e l’attaccamento notevole dei cegliesi che vivono lontano dalla loro città d’origine, possiamo testimoniare, raggiunge spesso livelli impensabili, certo al di sopra di ogni sospetto. E’ con queste convinzioni che la nostra presente azione viene ufficialmente consegnata alla città di Ceglie, agli organi di diffusione mediatica, ma soprattutto alla nuova Giunta Municipale, alla quale auguriamo un assai proficuo lavoro per questo nuovo quinquennio. Ma è lo stesso augurio che esprimiamo a favore di tutte le forze di opposizione presenti nell’Amministrazione locale, consapevoli che i risultati di una buona amministrazione siano condizionati anche da un positivo lavoro delle forze di opposizione.
Nel ringraziare vivamente per la cortese attenzione, esprimiamo a tutti un caloroso ed affettuoso saluto.
Varese, 16 giugno 2015
Per un gruppo di cegliesi residenti a Varese e Milano
Vito Elia
P.S.: un ringraziamento particolare ai giornalisti e blogger cegliesi che volessero cortesemente effettuarne pubblicazione.
A seguire le generalità di tutti i componenti il gruppo dei cegliesi, loro famigliari ed amici, a cui stanno molto a cuore le sorti dell’antica gloriosa città di Ceglie Messapica.
Fonte

giovedì 26 marzo 2015

A pensar male....

La speranza è sempre l'ultima a morire, anche in casi gravi come questo. Complotto o meno il problema è serio ma ritengo che non si può ammazzare un malato perché al momento non lo si può curare. L'eutanasia è l'ultima ratio ma non deve essere dettata da interessi pecuniari occulti.
Io affermo che la situazione è grave e qualche rimedio bisogna prenderlo ma quando dietro a queste decisioni c'è l'ombra di multinazionali che hanno veleno e piante sostitutive già pronte per la bisogna a me qualche dubbio viene. Se poi da qualche parte viene ventilata l'ipotesi che il posto lasciato vuoto dagli ulivi potrebbe essere sostituito da villaggi turistici e campi da golf (cosa impossibile con la presenza di ulivi secolari protetti dall'Unesco) a me qualche brivido lo crea. Potrebbe sorgere il dubbio che gli ulivi da espiantare in realtà sarebbero molto di meno. Cerco comunque sempre di sperare nel buon senso di chi è preposto a decidere sulla nostra pelle. Questi sì che potrebbero avere interessi pecuniari, non i poveri cristi che si vedranno deturpato un lavoro lungo e faticoso senza nemmeno un grazie. Politica ed istituzioni stanno dando, ultimamente, un esempio lampante di corruzione ed assenza di scrupoli, che dilaga in ogni ambiente in nome del dio denaro

mercoledì 11 febbraio 2015

Considerazioni sui ritrovamenti della chiesa di san Giovanni Evangelista

Con le vecchie chianche bastava stendere uno strato di stabilizzato per posizionarle. In questo caso è sufficiente asportare la macerie per recuperare eventuali reperti storici senza ulteriori danni per essi.

Diverso è per quanto riguarda la preparazione della base per le lastre di pietra di trani che richiedono una base di cemento che ingabbia il reperto rendendo impossibile il suo recupero senza gravi danni alla sua integrità.

Ma c'è la volontà di recuperare una parte della nostra storia?

martedì 10 febbraio 2015

La corruzione è nemica della Repubblica (Sandro Pertini)

Corte dei Conti: "Da corruzione effetti devastanti sulla crescita"

Il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri lancia l'allarme: il "pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi"



Il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, lancia un allarme rosso: "La crisi predispone un terreno favorevole a fenomeni di mala gestione di corruzione" e questi fattori, a loro volta, mettono a rischio la possibilita' di "un ritorno su livelli di crescita soddisfacenti". Lo ha detto nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015 (presente il capo dello Stato Sergio Mattarella). E sottolinea che il "pericolo piu' serio per la collettivita' e' una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi". Quindi spiega: "Non possiamo permettere che questo accada, non possiamo lasciare che prenda forza l'idea di una societa' incapace di compiere scelte collettive, di perseguire, a livello di amministrazione pubblica, obiettivi concreti e di garantire un sistema di servizi efficiente e sostenibile". Per Squitieri e' "prioritario riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano con rapidita' e trasparenza ai bisogni del cittadino". Dà spazio comunque a un tenue ottimismo: l'economia italiana mostra "segnali positivi" anche se il quadro generale rimane "estremamente fragile"
 "Su un quadro di estrema fragilita' e di perdurante sfiducia degli operatori, si sono venuti ad innestare, negli ultimi tempi, elementi di novita' di grande rilievo, dei quali sara' decisivo misurare gli impatti sulle prospettive economico-finanziarie dell'Italia e dell'intera area europea" ha aggiunto, citando la caduta del prezzo del petrolio, il deprezzamento dell'euro, il Qe della Bce e le nuove indicazioni europee in materia di flessibilita'. In particolare per quanto riguarda l'impatto del Qe, ha osservato Squitieri, alcune stime evidenziano effetti "di dimensioni rilevanti tanto in termini di maggiore crescita economica, quanto in termini di contenimento del costo del debito pubblico". In realta', ha concluso il presidente della Corte dei Conti, "il quadro che si prospetta e' assai composito e' difficile da decifrare o da leggere in modo unidirezionale".

domenica 8 febbraio 2015

Errore di trascrizione ancora in attesa di correzione

Domani a Ceglie Messapica , alle ore 15.30 si terrà il Consiglio Comunale. L’ordine del giorno sembra essere a tema unico: incapacità amministrativa della maggioranza NCD- Caroli. Io voglio sottoporre all’attenzione un punto qualificante, ovviamente è una proposta del centro – sinistra (chiedo scusa se posso sembrare presuntuoso) . Si tratta del Regolamento per l’uso dei prodotti fitosanitari nel Comune di Ceglie Messapica. La proposta scaturì per la sollecitazione e la collaborazione dell’associazione “Terra libera dai Veleni” . In un precedente Consiglio Comunale presentammo la proposta ma alcuni emendamenti della maggioranza determinarono degli errori. Domani porto in Consiglio Comunale alcune variazioni alla Delibera per porre rimedio agli errori. Ritengo che sia un punto qualificante se si vuole realmente continuare a valorizzare il nostro territorio. Il problema reale sarà fare osservare i limiti che il regolamento impone, e per questo ci vuole volontà politica che al momento ………………………………

martedì 3 febbraio 2015

La cinica logica delle venti chianche

In passato quando si decideva di rimuovere le chianche in qualche zona del centro storico si è spesso trovata la motivazione che erano rotte ed irrecuperabili, salvo poi vedere ampie chiazze di asfalto o cemento che non corrispondevano quasi mai alle chianche rotte. Mai si è saputo dove venivano conservate per eventuali interventi di ripristino. In un successivo intervento, se si rimuove quel poco che ha lasciato la barbarie precedente, non si è meno colpevoli perché per un recupero si può sempre partire da quello che è rimasto, altrimenti aggiungiamo scempio ad altro scempio. Non voglio entrare nel merito se fossero venti o più, so solo che parecchie non erano visibili perché coperte da una cementazione sporca e mal fatta. 
Il pulpitoSecondo la logica delle venti chianche i nostri avi non avrebbero recuperato l'unico reperto pervenutoci dell'antica chiesa di san Giovanni Evangelista precedente alla chiesa di San Domenico, dove è conservato il pulpito quattrocentesco in questione con su inciso lo stemma dell'imperatore Federico II. Sempre secondo questa logica avremmo dovuto accettare lo scempio dell'Anfiteatro, perché vicino ad una zona ormai snaturata dalla presenza ingombrante del Comune. Sempre secondo questa logica si sarebbero definivamente seppellite le cripte sotto la chiesa di San Demetrio (ahimé una parte è definitivamente irrecuperabile sotto una colata di cemento). Si dovrebbe entrare invece nella logica che anche il più piccolo elemeto (anche una semplice chianca) è indispensabile per conservare un centro storico integro e corrispondente alla sua storia. Convinciamoci che il basolato con lastre di pietra di trani è fuori luogo e stona vicino alle nostre vecchie chianche che non sono mai perfettamente squadrate.
Inoltre sarebbe auspicabile sapere, con documentazioni certe, dove vengono conservate le chianche rimosse e dove vengono utilizzate per successivi interventi mirati nel centro storico. Quello è un partimonio comune di valore storico-affettivo e come tale deve essere trattato con il massimo rispetto.