Le evidenze del collegamento fra uso di pesticidi e aumento di moltissime malattie,
ormai esistono, ciò che non esiste spesso è la volontà politica di
fermare tutto questo; combattere le cause delle malattie significa fare
prevenzione, che significa sradicare alla base “le cause reali”, in
questo caso, l’utilizzo sconsiderato degli agro-tossici.
L’Italia consuma il 33% dei pesticidi impiegati totalmente, siamo il
Paese che ne usa di più; buona parte di queste sostanze agro-tossiche
finiscono poi nel nostro cibo e ce le ritroviamo nel piatto, infatti
molte molecole sono persistenti e possono finire anche nell’acqua.
Attraverso gli erbicidi, finiscono in falda ogni anno migliaia di tonnellate di sostanze attive contenute nei diserbanti.
Chi vive in città è esposto a tantissimi agenti inquinanti, ma anche chi
vive in ambiente agricolo, ove si pratica l’agricoltura convenzionale.
L’industria agro-chimica e la Commissione europea sanno da almeno
trent’anni che Roundup, il diserbante dell’americana Monsanto più
venduto al mondo, contiene il glifosato: un “erbicida totale” che, come
dimostrato da ricerche condotte in mezzo mondo, causa malformazioni
genetiche nei feti degli animali da laboratorio.
L’assorbimento dei fitofarmaci velenosi può avvenire attraverso la
pelle, le vie respiratorie, la bocca e l’apparato digerente. Il contatto
può essere diretto o avvenire attraverso gli abiti da lavoro
imbrattati. L’operatore agricolo può andare incontro ad intossicazioni
di tipo acuto, cronico e a malattie allergiche, indipendentemente dalla
classe tossicologica di appartenenza dei Fitofarmaci .
Alla luce della nuova normativa in materia di prevenzione e
protezione da agenti chimici pericolosi, questi possono essere impiegati
solo da persone in possesso di apposita autorizzazione o da coloro che
hanno comunque ricevuto un livello d’informazione, di formazione e
d’addestramento adeguati e documentati.
Anche chi effettua il trattamento, quindi, è responsabile di eventuali
danni d’intossicazione che potrebbero verificarsi in seguito all’uso
scorretto dei fitofarmaci o per il cattivo uso della maschera o
dell’attrezzatura irrorante.
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