venerdì 18 luglio 2014

INTERVISTA ALL’ARTISTA CEGLIESE PINO SANTORO

Pittore, scultore e grafico, collocato recentemente, dalla critica nazionale, tra gli eredi di De Chirico in occasione di una mostra antologica del grande Artista metafisico del ‘900 ad Arona (NO).
D. Cos’è l’arte per Pino Santoro?
R. L’arte è il punto d’incontro tra il mondo razionale e una dimensione intimamente cercata, metarazionale. Essa è un’indefinita esigenza interiore che realizza il bisogno di esteriorizzarsi e di concretizzarsi nella materia.
D. Non è possibile quindi definirla con precisione?
R. Appunto perché l’arte è indefinita esigenza interiore il suo concetto (non la sua essenza) è un’insieme di opinioni individuali, che tentando di accomunarsi e fondersi in un’opinione generale, vivono un rapporto di attrito molto instabile. E’ facile quindi muovere delle critiche alle poetiche dei singoli artisti, poiché l’opinione è per sua natura discutibile.
D. Qual è il tuo rapporto con l’arte?
R. Il mio rapporto con l’arte non si basa su false illusioni di facili successi (anche se i successi non mancano). Il mio è desiderio di comunicare mediante ciò che è più consono alle mie inclinazioni caratteriali che mi portano ad un rapporto preferenziale con l’immagine più che con la parola. Con l’arte si realizza la necessità di riappropriarmi di un ruolo nel tessuto sociale più vicino alle mie esigenze interiori.
D. E’ una forma di liberazione, quindi più che ricerca di successo?
R. L’arte, nella mia personale esperienza, possiede doti catartiche in una società che sottende all’omologazione degli individui e all’annullamento di creatività che non siano asservite a poteri costituiti o a leggi economiche. Il contatto con l’arte apre una via d’uscita intellettuale dall’angustia opprimente della dura routine, verso un’atmosfera di pensiero più libero. In quanto al desiderio di successo è secondo al desiderio creativo. Sono d’accordo con quanto afferma Eschilo nelle Eumenidi: ”Le glorie degli uomini anche se molto auguste sotto l’etere stanno, si disperdono su questa terra senza essere potenza”.
E’ una grande lezione di vita.
D. Quale ruolo può avere l’arte nella nostra società?
R. L’arte, come la cultura, ha un ruolo fondamentale nella crescita morale e civile di una società. Dove manca l’interesse per essa e per le sue varie espressioni, subentra un decadimento dell’individuo e un arretramento nell’evoluzione sociale. Riccardo Muti ammonisce: “Un paese è politicamente e moralmente in crisi quando è in crisi l’Arte.” C’è di che pensarci su. L’arte è contro la violenza, contro la spinta prometeica a manipolare la natura. L’attuale impostazione tecnico-scientifica della nostra società respinge il mito e il sogno ed è responsabile della desacralizzazzione dell’esistenza, della robotizzazione dell’uomo e della vita, in cui non vi è più spazio per la riflessione sui valori essenziali, sul Bene, sul Male, sulle ragioni profonde del nostro esistere, temi che accomunano gente di ogni Credo politico, religioso e sociale.
D. Quale contributo può dare nella nostra società l’arte?
R. Può sicuramente contribuire a dare valori positivi, anche se solo gocce, in un mare di valori positivi di cui la società ha bisogno. Disvalori che portano a violenze isolate o di gruppo, maltrattamenti sui minori, guerre sopraffazioni, sono una prova evidente di un fallimento della scala di valori utilizzata e riporta indietro la evoluzione della specie. L’alternativa starebbe nel creare una scala di valori diversa da quella attuale. Visione utopica della realtà? Forse sì, ma sarebbe ancora peggio non crederci e rassegnarsi all’evidenza. 
 

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