Greenpeace batte Enel, giudice rigetta stop a campagna contro centrali a carbone
"Non è diffamatoria" l'iniziativa dell'associazione ambientalista, che denunciava la pericolosità e le conseguenze degli impianti. Agli attivisti andranno 2500 euro per le spese processuali. "Continuiamo a ritenere la campagna di aggressione diffamatoria" fa sapere Enel che chiedeva 10mila euro al giorno
Una vittoria su tutta la linea: Greenpeace-Enel finisce tre a zero. L’organizzazione non ha diffamato la società con le sue campagne contro le centrali a carbone, non deve interromperla e soprattutto non dovrà farsi carico di quella montagna di soldi sotto i quali il gruppo energetico voleva seppellire le iniziative degli attivisti contro le emissioni di Co2.
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