martedì 16 giugno 2015

I Messapi si ripropongono e non meritano un silenzio di tomba

Qua sotto un documento inviato dai Cegliesi che vivono a Varese e Milano. Hanno inviato alla stampa anche le firme autenticate.

Messapi

A proposito della scoperta delle tombe messapiche presso l’Opera Don Guanella in Ceglie Messapica

Alcuni giorni orsono abbiamo avuto il piacere di apprendere la notizia riguardante un’ennesimo ritrovamento di tombe risalenti al periodo messapico, II/III sec. a. C., durante i lavori di escavazione per la costruzione di una nuova chiesa, nei pressi dell’Opera Don Guanella a Ceglie Messapica. Ad un primo scontato sussulto di gioia ha fatto seguito un momento di riflessione, al fine di comprendere le eventuali motivazioni che hanno causato il ritardo nel darne comunicazione, ritardo che ha di fatto accompagnato questi nuovi ritrovamenti. A giudicare da quanto riportato da Affari Italiani, il quotidiano milanese online del nostro concittadino direttore Angelo Perrino, pare che la scoperta sia di eccezionale portata, perché potremmo trovarci di fronte ad una vera e propria necropoli, per la quale occorrerebbe proseguire con gli scavi.
Quello che ci chiediamo è perché la notizia sia stata data con rimarchevole ritardo e perché sia stato concesso a poche persone il privilegio di vivere la sensazionale scoperta. Non sappiamo se tutto sia avvenuto nel pieno rispetto della normativa vigente e se ci si è guardati bene di tenere lontani gli organi d’informazione, cosa che invece vorremmo approfondire. Una cosa è certa se non ci fossero stati “anticorpi” credo che ora non saremmo qui a parlarne, ma in questa Italia, fatta di fiumane di furbi, quel ritardo fa nascere non poche perplessità, specialmente in chi, cegliese di nascita, vive lontano dalla sua città d’origine e non ha avuto la fortuna di vivere più da vicino, anche solo i giorni che hanno fatto seguito alla sensazionale scoperta, il “fortunato” evento. Gli anticorpi?, credo che a Ceglie dovremmo esserne pieni dalla testa fino ai piedi, perché, come si diceva prima, qui ci troviamo di fronte all’ennesimo ritrovamento, che in non poche occasioni è stato segretato. Come conseguenza le tombe saranno state verosimilmente spogliate dei contenuti o, nella migliore delle ipotesi, subito ricoperte per sempre, in ambo i casi con grave danno al patrimonio storico archeologico della comunità cegliese. Dalle notizie apprese sembra questa volta di non ripercorrere le stesse situazioni, tuttavia i dubbi restano. Ma basta guardare quello che è successo per altre testimonianze archeologiche, pensiamo alle specchie, ai paretoni, alle cerchia di mura megalitiche che fortificavano l’antica città messapica. Si parla addirittura di tratti di mura fatti sparire in tempi recenti, perché non parliamo dei secoli passati, quando cioè forse mancava la sensibilità di oggi e quando ricorrere ai massi di pietra di quei siti archeologici lo si è fatto quasi sicuramente per necessità, per consentirsi la costruzione di un tetto sotto cui ripararsi. Parlare poi di vasellame, di monete di bronzo o di altri reperti archeologici di età messapica, è parlare di un patrimonio per buona parte svanito, quando invece poteva essere raccolto e messo in mostra presso il Centro di Documentazione Archeologica cegliese, che è nostra speranza possa cambiare veste il prima possibile per evolvere verso un vero e proprio Museo Archeologico, quale vero scrigno in cui custodire i tesori dei nostri antichi antenati messapi.
Ciò premesso, sabato 13 giugno appena trascorso, un numeroso gruppo di amici cegliesi e loro famigliari ed amici, residenti nelle città di Varese e Milano e relative province, si è dato appuntamento presso un ristorante dell’ippodromo di Varese, per festeggiare una ricorrenza speciale di una persona intervenuta, un’occasione che si è dimostrata proficua per affrontare la questione relativa al ritrovamento delle tombe messapiche succitate e decidere di far sentire la propria voce. Il gruppo, di cui verranno riportate in allegato le proprie generalità, ha deciso con fermezza di chiedere che:
  • vengano sospesi i lavori di costruzione della nuova chiesa, sino ad accertamento o meno della presenza di una necropoli nella porzione di terreno cantierizzato per la costruzione di una nuova chiesa e in quello ad esso attiguo;
  • in caso di accertamento della presenza di una necropoli, ripensare la costruzione della nuova chiesa in un altro punto, nel cui sottosuolo sia stata accertata scientificamente la non presenza di qualsivoglia reperto archeologico.
L’esigenza ineludibile che venga ispezionato, con le tecniche di ricerca archeologica più aggiornate, palmo dopo palmo tutto il territorio, in cui insiste il complesso dell’Opera Don Guanella, è dettata dalla considerazione che già nel passato recente e meno recente, lungo tutta la circumvallazione sud est, su cui incombe l’Opera Don Guanella, altre numerose tombe dell’epoca messapica siano state rinvenute, motivo per il quale potrebbe dimostrarsi verosimile l’ipotesi riguardante la presenza di una vasta necropoli, così come riportato da Affari Italiani, con tutte le preziosità di cui è stato fatto cenno.
Lo stesso gruppo di persone chiede altresì che:
  • vengano portate avanti tutte le procedure opportune, al fine di riconsegnare alla struttura museale di Ceglie Messapica, dopo opportuno riconoscimento e catalogazione, tutti i reperti archeologici relativi alle due tombe appena rinvenute ed in quelle eventualmente da rinvenire nel prossimo futuro;
  • Vengano portate avanti tutte le procedure per il definitivo ritorno di tutti i reperti archeologici esposti nei vari musei delle tre province del tacco di Puglia;
  • Venga effettuata una copia fedele del famoso vaso messapico appartenuto ad Adolf Hitler, considerato la quasi certa impossibilità di una eventuale restituzione alla nostra comunità, e considerato che un’opportuna pubblicità conferirebbe al vaso copia, da esporre nel Centro di Documentazione Archeologia di Ceglie, un inedito forte potenziale attrattivo verso il movimento turistico.
Ricordiamo con vero rammarico, almeno per quel che ci è dato sapere, che mai sin ad ora un programma di ricerca archeologica sistematica sia stato portato avanti, nel territorio della città di Ceglie, lasciando che il rinvenimento di eventuali siti archeologici avvenisse del tutto casualmente, come in questo ultimo caso, durante i lavori di escavazione edilizia, con tutti i rischi legati proprio alla casualità, che spesso hanno portato lontano dalla città messapica una quantità imprecisata di reperti archeologici o la copertura immediata di eventuali tombe rinvenute, per fuggire il rischio di vedersi fermare il cantiere.
In questa ottica, nel corso dei decenni interi nuovi quartieri sono stati edificati nella nostra città, cancellando di fatto e forse per sempre la possibilità di ritrovamento di potenziali siti archeologici. Per tutte queste motivazioni, auspichiamo una seria volontà da parte della nuova amministrazione della città di Ceglie Messapica di realizzare una mappatura di tutti i siti archeologici sin ora scoperti, al fine di poter identificare eventuali necropoli ad alto interesse storico-archeologico, ancora esistenti e ancora accessibili ad eventuali operazioni di ricerca archeologica sistematica.
Auspichiamo pure che nuove intercettazioni di fondi comunitari e regionali vengano concretizzate, per consentire nuovi futuri importanti interventi, a favore della struttura che racchiude il Centro di Documentazione Archeologica locale, perché possa sempre più consolidarsi come vero Museo Archeologico, da mettere a disposizione di tutta la città, degli studiosi e soprattutto a favore del movimento turistico, di cui tanto dimostra di aver bisogno la nostra amata città di Ceglie Messapica. Un salto di qualità della struttura museale vorremmo passasse anche attraverso l’arricchimento professionale degli operatori in essa presenti che, a giudicare dalla nostra esperienza, si è sin ora dimostrata non sempre all’altezza di rispondere adeguatamente alle domande dei visitatori, relative alla storia e ai reperti archeologici messapici esposti.
L’amore e l’attaccamento notevole dei cegliesi che vivono lontano dalla loro città d’origine, possiamo testimoniare, raggiunge spesso livelli impensabili, certo al di sopra di ogni sospetto. E’ con queste convinzioni che la nostra presente azione viene ufficialmente consegnata alla città di Ceglie, agli organi di diffusione mediatica, ma soprattutto alla nuova Giunta Municipale, alla quale auguriamo un assai proficuo lavoro per questo nuovo quinquennio. Ma è lo stesso augurio che esprimiamo a favore di tutte le forze di opposizione presenti nell’Amministrazione locale, consapevoli che i risultati di una buona amministrazione siano condizionati anche da un positivo lavoro delle forze di opposizione.
Nel ringraziare vivamente per la cortese attenzione, esprimiamo a tutti un caloroso ed affettuoso saluto.
Varese, 16 giugno 2015
Per un gruppo di cegliesi residenti a Varese e Milano
Vito Elia
P.S.: un ringraziamento particolare ai giornalisti e blogger cegliesi che volessero cortesemente effettuarne pubblicazione.
A seguire le generalità di tutti i componenti il gruppo dei cegliesi, loro famigliari ed amici, a cui stanno molto a cuore le sorti dell’antica gloriosa città di Ceglie Messapica.
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